Economia

Ex Ilva, ancora una fumata nera dal cda. Tutto rinviato a gennaio

MILANO – Ancora una fumata nera per l’ex Ilva, questa volta dal consiglio di amministrazione di Acciaierie d’Italia (così la nuova denominazione) che si è riunito sena concludere nulla su aumento di capitale e acquisto degli impianti.

Come da attese non sono arrivate decisioni concrete e non è stato trovato l’accordo tra gli azionisti coinvolti – Arcelor Mittal e Invitalia per il governo – e tutto è stato rinviato all’anno nuovo. Si è deciso di attendere un incontro tra i vertici degli azionisti, che dovrebbe tenersi i primi di gennaio. Sarà in quella sede, secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier, che si proverà a trovare una quadra in vista di una riconvocazione del Cda e di una nuova assemblea dei soci.

Come ricostruiva Repubblica, infatti, la situazione è molto complicata. Se il vertice tra le parti pare segnare un punto a favore della trattativa per sbrogliare la matassa, e risulta che anche al governo il clima sia meno teso, d’altra parte l’urgenza per garantire la continuità aziendale dell’acciaieria è massima.

Servono soldi, dunque, e in fretta. Eppure finora c’è stata grandissima distanza tra le parti. Arcelor Mittal che ha messo sul piatto un piano da 320 milioni, rispedito al mittente perché ampiamente insufficiente: servirebbe un miliardo in più per il rilancio.

In attesa dell’incontro, si spera, risolutivo, i sindacati sono stati convocati a Palazzo Chigi per il 29 dicembre. Altro fattore d’urgenza: il 31 maggio scade il contratto di affitto degli impianti ex Ilva con i commissari straordinari. Se entro quella data Acciaierie d’Italia non comprerà gli impianti, questi rientreranno nella disponibilità dei commissari. E tutto tornerà al punto di partenza.


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