Espressione di sè e identità di genere con l’opera video “3d Animation Showreel” di Harriet Davey
Appuntamento dal 4 marzo al primo aprile alla Galleria Metronom di Modena con “3D Animation Showreel” (2023-2024) di Harriet Davey, il secondo video presentato all’interno del programma “Pattern”, sesta edizione di Digital Video Wall (DVW), un progetto annuale curato da Gemma Fantacci e strutturato in capitoli tematici, volto a promuovere la diffusione e la sperimentazione nell’arte digitale.
“Pattern” è il tema scelto per questo sesto capitolo del DVW, che indaga come le tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale influenzano la percezione di noi stessi, del corpo e dell’identità personale. Questa indagine riflette sull’evoluzione delle estetiche digitali, ponendo la questione se stiamo assistendo al consolidamento di ideali passati o alla nascita di nuove forme alternative.
Harriet Davey, con sede a Berlino, attraverso l’esplorazione di avatar virtuali non conformi al genere recupera e rivendica i corpi sfruttati da un’industria videoludica dominata dagli uomini. Attraverso l’esplorazione personale del proprio avatar ‘Whowle’, Davey può sondare direttamente l’espressione del sé e l’identità di genere in una forma di ‘drag’ digitale. Creare mondi e universi alternativi per Whowle e per il resto del suo cast di creature offre a Davey e agli spettatori un’opportunità di evasione.
Con DVW, Metronom offre un luogo dedicato all’esposizione e presentazione di linguaggi dell’arte digitale. La peculiare posizione del video wall, che consente la fruizione h24 da fronte strada, trasforma il DVW in un intervento urbano, un modo per ridisegnare e cambiare l’immagine della strada.
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