Toscana

eseguita l’autopsia. Verso la perizia psichiatrica per la figlia


L’esame autoptico sul corpo di Mirella del Puglia lascerebbe pochi interrogativi ancora aperti. La morte, come del resto ripetuto sia davanti alla pm che nell’udienza di convalida dalla figlia, sarebbe avvenuta per strangolamento. Il corpo della vittima, 93 anni, non presenterebbe altri segni se non quelli provocategli dal foulard che le sarebbe stato stretto al collo. In estrema sintesi è questo quanto riscontrato dall’equipe di medicina legale dell’Università di Siena, coordinata dal professor Mario Gabbrielli coadiuvato dal tecnico di laboratorio Marco Doretti, all’indomani dell’omicidio avvenuto a San Giovanni Valdarno. 

Per i risultati completi dell’autopsia saranno necessari 30 giorni anche se, come detto, non dovrebbero emergere dettagli differenti rispetto a quelli rivelati da Giuseppina Martin, 67enne valdarnese che all’alba di domenica 9 marzo ha chiamato i carabinieri confessando di aver ucciso la madre. Disposti anche gli accertamenti tossicologici che potranno chiarire se alla donna siano stati somministrati, o meno, farmaci o sostanze che possano aver concorso al decesso. 

Nel frattempo, l’unica indagata rimane la figlia che attualmente si trova nel carcere fiorentino di Sollicciano. La sua versione dei fatti è stata ripetuta davanti anche davanti al gip Claudio Lara durante l’udienza di convalida svoltasi ieri, 11 marzo, all’interno della casa circondariale di Arezzo dove ad attenderla c’era il suo avvocato, Stefano Lusini. Giuseppina Martin ha ammesso di aver provocato la morte dell’anziana utilizzando un foulard con il quale l’avrebbe strangolata. Un gesto che troverebbe spiegazione, come più volte ripetuto anche dal legale della donna, dal forte stress a cui si sentiva sottoposta. La madre, affetta da un grave decadimento cognitivo, da tre settimane si era trasferita nella sua abitazione necessitando accudimento costante. Una condizione forse troppo pesante per la 67enne e che domenica scorsa è sfociata nel dramma. “Si è resa conto di aver sbagliato a pensare di potercela fare da sola ad accudire la madre – ha detto l’avvocato Lusini – si è subito pentita del gesto compiuto”.

Per lei l’accusa ipotizzata è quella di omicidio aggravato dal vincolo di consanguineità. Il legale di Giuseppina Martin ha già chiesto la sostituzione della misura cautelare in carcere con gli arresti domiciliari presso un luogo idoneo (e al momento da individuare) visto che l’abitazione di San Giovanni Valdarno dove è avvenuto il delitto è sotto sequestro. “Riteniamo che per i domiciliari non ci siano problemi – ha aggiunto Lusini – Nel giro di poco tempo contiamo di recuperare una soluzione abitativa idonea per poter chiedere la sostituzione della misura cautelare”. Contestualmente, la difesa potrebbe richiedere a breve anche una perizia psichiatrica sulla propria assistita così da comprendere se vi sia stata una parziale riduzione delle capacità d’intendere e volere. Restano invece da definire i tempi entro i quali la salma di Mirella del Puglia potrà essere restituita alla famiglia così che possano disporne i funerali.


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