È “green” e “second hand” la moda preferita dagli Zoomer
Più ‘made to last’ e meno ‘fast’, più originalità e meno omologazione, più sostenibilità e meno consumismo, più oculatezza e meno spreco: questo il mantra degli appartenenti alla generazione Z ovvero i principi che guidano gli italiani nati tra il 1996 e il 2010. A rivelarlo il Fashion consumer panel di Sita Ricerca (12mila individui) secondo il quale nel 2024 gli Zoomer avrebbero speso in abbigliamento, calzature e accessori moda mediamente 400 euro a testa, privilegiando centri commerciali, factory outler center e marketplace rispetto ai negozi di città. Complici gli assortimenti ampi e i prezzi convenienti o, almeno, ritenuti tali, le catene multimarca, a loro volta, avrebbero intercettato meglio dei negozi monomarca l’interesse crescente dei più giovani verso uno stile street fatto di sneaker, jeans, felpe e t-shirt. I brand più gettonati sarebbero, non a caso, Nike e Adidas in ambito life-style e Levi’s nel jeans-wear.
“In termini di attese c’è sicuramente una richiesta di maggior sostenibilità della ‘fashion industry’, sia ambientale che sociale – spiega Alessandra Mengoli, partner di Sita Ricerca – Vi è poi la domanda di stili originali e meno ‘mainstream’ nonché la ricerca di maggiore qualità che si traduce nella scelta di prodotti con fibre naturali, materiali capaci di durare di più e ‘fit’ rispettosi di tutti i fisici”. In particolare, secondo l’analisi condotta dalla società di consulenza e ricerche di mercato del gruppo Pambianco, metà degli Zoomer sarebbero interessati a prestare sempre più attenzione ad acquistare prodotti e marchi ‘green’ mentre quasi 2 su 3 sarebbero propensi a comprare capi ‘second hand’. Meno importante sembrerebbe essere, invece, il Made in Italy. A ispirare le ‘scelte moda’ degli appartenenti alla generazione Z sarebbero, infine, i social network – Instagram e Tik Tok, in primis – oltre a ‘influencer’, serie tv e ‘celebrity’ del mondo dello spettacolo, dello sport e della musica.
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