«È drammatico e frustrante lavorare al pronto soccorso. Dispositivi anti aggressione inconcepibili 40 anni fa»
FERMO «Se quando ho iniziato questo lavoro, circa 40 anni fa, qualcuno m’avesse detto che un giorno avremmo dovuto dotare il personale sanitario di dispositivi contro le aggressioni l’avrei preso quasi per pazzo. E invece, le cose sono maledettamente cambiate». Il direttore del pronto soccorso di Fermo Antonio Ciucani non usa tanti giri di parole. Uno sguardo ormai disincantato il suo sul rapporto tra paziente e personale sanitario oggi.
La frustrazione
Il senso è tutto racchiuso in quel «maledettamente», che lascia intravedere una profonda frustrazione. La frustrazione di chi si impegna ogni giorno in prima linea per il prossimo e invece di ricevere un grazie, viene ripagato a suon di urla e insulti. E nei casi peggiori, con vere e proprie aggressioni fisiche, come la oss che il 4 ottobre scorso è finita nel mirino di una paziente che si era stufata di aspettare. «Le cose cambiano e continuano a cambiare – aggiunge Ciucani – e in molte situazioni purtroppo in peggio. Il problema è che è mutata la cultura delle persone, il senso di fiducia nel servizio pubblico, lo vediamo nella sanità, così come nella scuola. L’atteggiamento, le pretese, le aspettative oggi sono profondamente diverse. Non ci si rende conto, per esempio, che alcuni eventi sono immodificabili. In un certo senso è come se si volesse evitare anche le fragilità, ma contro natura si fa fatica ad andare. Lavorare al pronto soccorso è diventato drammatico, ci sentiamo frustrati, perché l’aggressione verbale o fisica è una delle tante criticità». Frustrante e drammatico, altri due aggettivi che completano il quadro. Per dare dunque una qualche risposta e provare a invertire il trend sono arrivati questi nuovi dispositivi contro le aggressioni in ospedale. Serviranno? Sì, no, quanto? Vedremo. Solo il tempo potrà dare un’indicazione più chiara in questo senso.
Il fattore tempo
«Il fatto di poter lanciare un allarme quando il clima si surriscalda e c’è un comportamento che prelude ad un’aggressione fisica è sicuramente positivo – continua Ciucani – da una parte potrebbe evitare l’aggressione stessa, dall’altra potrebbe funzionare come deterrente. Da parte dell’azienda e delle forze dell’ordine c’è stata sempre attenzione a questo fenomeno, si è cercato di dare risposte tempestive. Poi sarà il tempo a dirci se questi nuovi strumenti, che prossimamente dovranno essere implementanti, modificheranno in qualche modo il trend. Vedremo se i numeri cambieranno e in che misura».