Democratici in caduta libera. Il sondaggio choc: cosa c’è dietro

Mai così male da oltre 30 anni. I democratici americani continuano a macinare risultati deludenti. L’ultimo in ordine di tempo è quello arrivato da una rilevazione della Cnn. La rilevazione, scrive lo stesso network americano, dimostra la crescente frustrazione all’interno degli elettori, in particolare quelli tendenzialmente di sinistra. Moltissimi sottolineano che i leader dell’asinello dovrebbero opporsi contro il presidente Trump in modo più decisivo.
Dem difesi solo da tre elettori su dieci
Secondo il sondaggio tra gli elettori americani solo il 29% ha detto di avere un’opinione positiva del partito. Si tratta, nota la Cnn, del peggior risalutato dal 1992, anno della prima rilevazione. Ma soprattutto di un crollo di verticale di una ventina di punto dopo l’apice toccato nel gennaio del 2021 dopo l’assalto del 6 gennaio contro il Campidoglio. La stessa rilevazione ha mostrato il partito repubblicano con un indice di gradimento intorno al 36%.
Mettendo la lente di ingrandimento non va meglio se si guarda solo a elettori democratici o tendenti-democratici. Se da un lato il 63% di loro ha un’opinione positiva dle partito è altrettanto vero che si tratta di un crollo rispetto al 72% toccato nel gennaio dell’81% visto all’inizio dell’amministrazione Biden. Il numero stride ovviamente col Gop che tra i suoi supporters ha un indice di apprezzamento del 79%. Chi invece è molto deluso sono gli indipendenti. Per loro massima bocciatura di entrambi i partiti con un indice di gradimento dei dem del 19% e del Gop del 20.
Democratici sul piede di guerra
Le fondamenta di questa delusione vanno ricercate in una profonda critica di un pezzo di America all’operato della nuova presidenza, infatti quello che è profondamente cambiato nella percezione di come il partito dovrebbe lavorare. Secondo il 57% dei democratici i parlamentari dovrebbero lavorare per fermare l’agenda repubblicana, anziché lavorare con la maggioranza del Gop per portare pezzi di legislazione dem alla Camera.
Con l’inizio del nuovo mandato turmpiano una fetta dell’elettorato sta modificando la sua inerzia chiedendo una postura molto diversa al suo partito. Giusto per capire questo “rovesciamento” nel settembre del 2017, dopo circa un anno del primo mandato di Trump, circa il 74% della maggioranza di democratici ed elettori tendenzialmente dem chiedeva al proprio partito di collaborare coi repubblicani per far avanzare le loro proposte.
Un partito in cerca di leader
Il cambio di paradigma conferma anche una profonda crisi della leadership democratica. Una maggioranza relativa, il 30%, ha detto che tra i leader in giro per l’arena democratica non c’è nessuno che rifletta i valori democratici. Unico segnale positivo arriva per la pasionaria Alexandria Ocasio-Cortez, la prima nelle preferenze anche se si ferma al 10%. Delusione invece per l’ex presidente Barack Obama preferito solo dal 4%. La rilevazione arriva in una fase delicatissima per il partito, che dopo oltre quattro mesi non ha ancora terminato il processo di revisione interna dopo la confitta contro Donald Trump.
Le anime del partito sono lacerata tra chi vorrebbe collaborare con i repubblicani e chi vorrebbe un ostruzionismo più duro. Qualche giorno fa il partito si è spaccato nel bel mezzo di una discussione sul debito.
Mentre alla Camera quasi tutti i deputati hanno votato per un duro ostruzionismo; al senato una fronda di 11 senatori ha dato parere favorevole per la discussione, nei fatti facendo cadere l’ostruzionismo, e lasciando la strada spinata al Gop. Un’iniziativa che ha gettato benzina sul fuoco nella lotta tra le varie fazioni.
Source link