Delrio presenta un ddl contro l’antisemitismo. Boccia: “Non rappresenta il Pd”
È scontro sul disegno di legge per il contrasto all’antisemitismo presentato a Palazzo Madama da Graziano Delrio. Il capogruppo dem al Senato Francesco Boccia specifica che il testo “non rappresenta la posizione del gruppo né quella del partito”. La proposta è però stata sottoscritta da dieci colleghi Pd: Simona Malpezzi, Alessandro Alfieri, Alfredo Bazoli, Pier Ferdinando Casini, Tatiana Roijc, Filippo Sensi, Valeria Valente, Walter Verini e Sandra Zampa.
“Il gruppo del Pd al Senato – puntualizza Boccia – non ha presentato alcun disegno di legge in materia di antisemitismo. Il senatore Delrio ha depositato, a titolo personale, il ddl “Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dell’antisemitismo”.
La polemica nasce da un editoriale del manifesto. Oggi rilanciato dalla denuncia mossa da Angelo Bonelli di Avs: “Se questo testo diventasse legge, chi contesta radicalmente i comportamenti dello Stato di Israele verrebbe definito antisemita e quindi sanzionato. La proposta, come altre già in discussione – della Lega, di Maurizio Gasparri e di Ivan Scalfarotto – adotta la definizione di antesemitismo scritta dall’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance), che qualifica come antisemita ogni critica radicale contro Israele”.
Delrio ha replicato con una lettera al manifesto: “La definizione di antisemitismo è da noi usata perché assunta dal Parlamento Europeo nel 2017 e dal governo Conte nel 2020: peraltro non le diamo forza di legge, a differenza degli altri progetti, proprio perché molto discussa sia da chi la giudica debole e da chi la giudica eccessiva. E’ però – continua – la definizione che la Repubblica Italiana sta utilizzando nelle strategie contro l’antisemitismo. Non introduciamo nulla di nuovo. Se si è potuto criticare Israele e se voci autonome come quelle citate di Foa o Lerner si sono levate liberamente (anche modestamente la mia nella aula del Senato più volte) lo si potrà continuare a fare legittimamente”.
Il testo conta sei articoli per definire le misure sul contrasto all’antisemitismo. Il ddl applica la definizione operativa di antisemitismo approvata dall’alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (International Holocaust Remembrance Alliance – IHRA) in coerenza con la risoluzione del Parlamento europeo del primo giugno 2017 e con la delibera del Consiglio dei ministri del 17 gennaio 2020. Inoltre, delega il governo in materia di rafforzamento degli interventi relativi ai contenuti antisemiti diffusi sulle piattaforme online. Stabilito tra l’altro il monitoraggio delle azioni di prevenzione e contrasto all’antisemitismo nelle università e nelle scuole. In questo caso, l’organismo di vigilanza di ogni università individua al suo interno un soggetto preposto alla verifica e al monitoraggio delle azioni per contrastare i fenomeni di antisemitismo. L’articolo 5 prevede il monitoraggio delle azioni di prevenzione e contrasto all’antisemitismo in ambito scolastico.
Al Senato sono stati presentati altri due disegni di legge in materia, uno della Lega e uno di Fi. Entrambi partono dallo stesso presupposto del ddl dei senatori dem chiedendo di adottare la “definizione operativa” di antisemitismo formulata dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto nel 2016. In particolare, la proposta della Lega definisce le misure per la lotta all’antisemitismo. Ad esempio creando una banca dati sugli episodi di antisemitismo, prevedendo sanzioni contro le espressioni online di odio contro gli ebrei e anche con l’aggiornamento delle regole di accesso alle piattaforme dei social media. L’articolo 3 prevede che il diniego all’autorizzazione di “una riunione o manifestazione pubblica per ragioni di moralità” può essere motivato anche in caso di valutazione di “grave rischio potenziale per l’uso di simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita”. Il testo proposto da Fi prevede misure di prevenzione e segnalazione di atti razzisti o antisemiti in ambito scolastico e universitario, con relative sanzioni, sia per i docenti e ricercatori che per il resto del personale.
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