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Dai sauditi al Qatar: la risposta del mondo arabo al blitz di Israele in Iran


Dai sauditi al Qatar: la risposta del mondo arabo al blitz di Israele in Iran

Una condanna netta e chiara unita alla richiesta di moderazione. Può essere sintetizzata così la risposta di numerosi Paesi arabi nei confronti dell’attacco militare condotto da Israele contro obiettivi sul territorio della Repubblica islamica dell’Iran. Il bltiz di Tel Aviv è stato giudicato una violazione del diritto internazionale nonché un un rischio concreto per la stabilità del Medio Oriente. È forse per questo, per evitare che la loro regione possa trasformarsi nell’epicentro della prossima crisi mondiale, che svariati governi locali hanno condannato il raid effettuato da Benjamin Netanyahu che ha colpito Teheran. Ecco, in particolare, la loro posizione.

L’Arabia Saudita condanna l’attacco in Iran

Partiamo dall’Arabia Saudita. Riyad ha criticato Israele per i suoi attacchi contro l’Iran, nonostante le tensioni di lunga data tra il regno e la Repubblica islamica. “Il Regno dell’Arabia Saudita esprime la sua forte condanna e denuncia delle palesi aggressioni israeliane contro la fraterna Repubblica islamica dell’Iran, che minano la sua sovranità e sicurezza e costituiscono una chiara violazione delle leggi e delle norme internazionali“, si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri del Paese.

I sauditi hanno anche chiesto alla comunità internazionale e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di “assumersi le proprie responsabilità e intervenire per fermare immediatamente questa escalation“. Nel frattempo i ministri degli esteri iraniano Abbas Araghchi e quello saudita Faysal ben Farhan hanno avuto poco fa una conversazione telefonica. Secondo la tv panarabo-saudita al Arabiya, ben Farhan ha contattato al telefono anche i suoi omologhi egiziano e giordano.

La posizione degli altri Paesi arabi

Anche l’Oman ha espresso una ferma condanna della “brutale aggressione militare” lanciata da Israele contro strutture sovrane iraniane che ha causato vittime, come ha riportato il quotidiano saudita Arab News. Da parte sua, la Giordania ha messo in guardia contro le conseguenze di un’ulteriore escalation sottolineando – per bocca del portavoce del ministero degli Esteri, Sufian Qudah – che azioni di questo tipo “minacciano la sicurezza e la stabilità della regione“. Il Qatar ha denunciato l’attacco israeliano come “una palese violazione della sovranità e della sicurezza della Repubblica islamica dell’Iran“, nonché “una chiara infrazione del diritto internazionale e dei suoi principi consolidati“.

I media statali giordani riferiscono anche che il ministro degli Esteri del Paese ha discusso con il suo omologo egiziano avvertendo che l’attacco spinge la regione verso ulteriori tensioni e conflitti. L’agenzia di stampa Jordan News Agency ha affermato che i ministri hanno definito gli attacchi “una pericolosa escalation e una flagrante violazione del diritto internazionale“. I ministri hanno inoltre affermato che gli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza devono cessare e che è necessaria una soluzione a due Stati per raggiungere la pace e la stabilità in Medio Oriente.

La Siria ha chiuso il proprio spazio aereo, come annunciato dal direttore dell’Autorità dell’aviazione civile di Damasco, Ashhad al-Salibi. Si tratta di un provvedimento temporaneo, ha spiegato al-Salibi.

La decisione rientra nelle “misure precauzionali che stiamo adottando per garantire la sicurezza dell’aviazione civile nel contesto degli attuali sviluppi regionali“, ha dichiarato. La Siria diventa così il quinto Paese della regione ad aver chiuso lo spazio aereo oggi dopo Giordania, Iraq, Iran e Israele.


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