Basilicata

Cutro, definitiva la condanna per l’ex cardiologo del Gemelli contiguo alla cosca Grande Aracri

Dovrà scontare in carcere la condanna l’ex cardiologo del Gemelli accusato di concorso esterno in associazione mafiosa


CUTRO – Diventa definitiva la condanna a 7 anni e 4 mesi di reclusione per l’ex cardiologo del “Gemelli” Alfonso Sestito, ritenuto il “camice bianco” della cosca Grande Aracri di Cutro. La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi difensivi e il professionista dovrà scontare il resto della pena in carcere. Tra le accuse c’era anche il trattamento di favore riservato dal professionista cutrese – poi sospeso dal Policlinico di Roma – al boss Nicolino Grande Aracri e ai suoi affiliati. La dimestichezza tra il cardiologo e la famiglia di ’ndrangheta emerge dall’imputazione di concorso esterno in associazione mafiosa, contestatagli nel processo scaturito dall’inchiesta che nel gennaio 2020 portò all’operazione “Thomas”.

TERMINALE ECONOMICO

Regge l’impianto accusatorio della Dda di Catanzaro e della Guardia di finanza di Crotone, che hanno già sequestrato un tesoretto da sette milioni a colui che viene considerato il “terminale economico” della cosca. Sestito attuava investimenti imprenditoriali nel campo del turismo in stretta collaborazione col fratello del boss, l’avvocato Domenico Grande Aracri, tramite compagini societarie loro riconducibili, “Camelia” e “Domus re consulting”.

Il medico è stato condannato anche per aver prodotto attestazioni cliniche che influivano sui giudizi di incompatibilità carceraria ma è stato assolto per la tentata estorsione ai danni di Romolo Villirillo, al quale era attribuita la malversazione dei proventi della cosca.

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LE INTERCETTAZIONI

A supporto della tesi accusatoria ci sono affermazioni provenienti dalla viva voce di Sestito. Ecco cosa diceva in un colloquio intercettato mentre si trovava a Reggio Emilia (dove è stato sequestrato uno dei suoi studi privati, l’altro è a Cutro). «Arriva mia sorella all’ingresso del Gemelli con dieci persone a seguito, lui si accorge del poliziotto e dice: “Dottò, io sono Nicola Grande Aracri, piacere, come funziona” … mi hanno detto della stanza, il reparto è là e lo mettono qua… dico io al collega… ma come ragioni? Perché l’hai messo qua? Ah, no, qua è occupato… poi liberano la stanza dall’altra parte, lo metto là». Ospedale o hotel a cinque stelle? «Era una stanza super nuova, due letti, aria condizionata, di lusso, dopo gli hanno dato una stanza che faceva schifo».

I PENTITI

«Vieni che devo fare la visita», ma era un «appuntamento falso». Ci sono anche le dichiarazioni del pentito Dante Mannolo, figlio di Alfonso, capo dell’omonima famiglia di ’ndrangheta di San Leonardo di Cutro, tra gli elementi valorizzati nelle sentenze. Quando la segretaria chiamava Mannolo, questi nello studio del cardiologo incontrava l’avvocato Grande Aracri oppure andava a parlare dei villaggi col medico, a detta del collaboratore di giustizia. Sestito acquisì anche un terreno adiacente il villaggio Porto Kaleo con provviste dei clan Mannolo e Grande Aracri. Un acquisto giustificato con un bonifico spedito da Hong Kong. Il pentito Giuseppe Liperoti afferma che Sestito investiva nel villaggio San Francisco di Isola Capo Rizzuto «conscio di contare sull’appoggio economico di Grande Aracri».


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