Liguria

Crac Qui!Group, via libera ai patteggiamenti: quattro anni e mezzo per Gregorio Fogliani, non tornerà in carcere


Genova. Con 22 patteggiamenti, 6 assoluzioni e un solo rinvio a giudizio si chiude in udienza preliminare il procedimento per il maxi crac di Qui! Group. A processo andrà solo uno dei revisori dei conti. Dopo lunghissime trattative in particolare relative alle confische la giudice Caterina Lungaro ha dato questo pomeriggio il via libera al patteggiamento – concordato tra accusa e difesa – a 4 anni e 6 mesi per l’ex patron dell’azienda Gregorio Fogliani e a un anno e mezzo per la moglie Luciana Calabria.

A Fogliani vengono confiscate due ville a Forte dei Marmi e il 20% delle quote di Azzurra 95 srl che andranno all’agenzia nazionale per i beni confiscati. Il valore complessivo della confisca nei suoi confronti è di oltre 5 milioni e mezzo di euro. Alla moglie sono stati confiscati beni per 646mila euro, con la restituzione del resto comprese l’80% delle quote della società che è proprietaria del muri del Moody.

Per le figlie di Fogliani il patteggiamento è a 1 anno e 11 mesi per Serena e 1 anno e 10 mesi per Chiara. Sia la moglie che le figlie potranno quindi godere della sospensione condizionale della pena così come la gran parte degli altri imputati che ha patteggiato.

Neppure Gregorio Fogliani tornerà in carcere perché l’ex re dei buoni pasto aveva già trascorso sei mesi fra carcere e domiciliari, che vanno quindi decurtati dai 4 anni e 6, il che gli consente di dribblare un nuovo arresto per ottenere l’affidamento in prova ai servizi sociali (è la stessa strada che stanno percorrendo l’imprenditore Aldo Spinelli e l’ex presidente del porto Paolo Emilio Signorini, nel procedimento sulle tangenti in Regione).

E la stessa via la dovranno percorrere i ex due amministratori della Qui! Group che nel luglio del 2019 sono stati arrestati con Fogliani, vale a dire l’ex ad della società Luigi Ferretto e il consigliere Rodolfo Chiriaco, che hanno patteggiato rispettivamente 4 anni e 2 mesi e 4 anni.

Il nodo del futuro del Moody

Chiusa la vicenda giudiziaria resta il nodo del futuro dello storico locale di via XII Ottobre, che avrebbe anche un acquirente ma che ora nel complicato puzzle delle confische dovrà interfacciarsi con lo Stato ma anche con la stessa famiglia Fogliani.

Il pubblico ministero Patrizia Petruzziello e il procuratore aggiunto Francesco Pinto hanno chiesto e ottenuto la confisca di ciò che obbligatoriamente doveva essere sequestrato, ovvero il profitto del reato. Ma, in base alle norme introdotte dalla riforma Cartabia, ciò che poteva essere oggetto di confisca facoltativa è entrato nella trattativa per il patteggiamento. Per questo l’80% delle quote è rimasto nella disponibilità della famiglia Fogliani essendo intestate alla moglie del patron.




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