Scienza e tecnologia

costruisci il tuo robot per le battaglie tra Gunpla!

Dopo il fallimento di New Gundam Breaker, che aveva sacrificato la formula originale della serie in nome di una componente competitiva scialba e non giustificabile (per tutti i dettagli consultate la recensione di New Gundam Breaker), non mi sarei mai aspetto che Bandai Namco Entertainment e i ragazzi di CRAFTS & MEISTER ci avrebbero riprovato. Riconoscendo il passo falso compiuto con lo scorso episodio, il connubio nipponico ha completamente accantonato la ricetta ludica e narrativa di New Gundam Breaker per riabbracciare invece quella che aveva reso tanto celebri le prime tre incarnazioni numerate del brand.

In attesa che Gundam Breaker 4 esordisca – purtroppo solo in digitale – su PlayStation 4, PS5, Nintendo Switch e PC, abbiamo recentemente partecipato al primo Open Network Test tenuto da Bandai Namco, al fine di testare con mano le capacità del nuovo tie-en dedicato ai leggendari mecha progettati dalla penna di Yoshiyuki Tomino.

Ritorno alle origini

Benché l’Open Network Test non ce ne abbia fornito alcun assaggio, la nostra analisi non può che partire dall’impianto narrativo di Gundam Breaker 4, che per la gioia dei fan storici non includerà la noiosa e mal congegnata componente dating sim proposta da New Gundam Breaker.

Indossati ancora una volta i panni di un alter-ego senza nome, tra una battaglia e l’altra i giocatori rientreranno nel consueto hangar, che fungerà da HUB principale, dove potranno cimentarsi con una sfilza di quest. Ancora non sappiamo se queste saranno suddivise in blocchi legati alle varie timeline, com’era accaduto ad esempio nel fenomenale Gundam Breaker 3, ma a primo acchito si direbbe che CRAFTS & MEISTER abbia preparato anche svolta delle missioni ispirate ai singoli universi di Gundam, tant’è che laddove nella prima delle tre quest affrontabili durante il test ci siamo imbattuti soltanto in Mobile Suit provenienti dall’Universal Century, nella seconda abbiamo invece incontrato unicamente unità tipiche della Cosmic Era (Gundam SEED e derivati vari). Una scelta saggia, quella di non mescolare le diverse timeline, specie se consideriamo che lo scopo del gioco – come vedremo a breve – è quello di recuperare le parti dei Mobile Suit per costruire un Gunpla unico e personalizzato. Nonostante le missioni non dovrebbero presentare accenni di trama, nel corso del test abbiamo comunque avuto la sensazione che Gundam Breaker 4 abbia eccome una storia, che con tutta probabilità spingerà i Meister a competere con gli NPC in una specie di torneo chiamato Clan Battle.

Oltre alle quest regolari, nel nostro HUB potremo inoltre intraprendere delle missioni chiamate “Bounty Hunter”, che come suggerito dal nome ci chiederanno di abbattere delle unità specifiche per portare a casa dei premi speciali.

Un po’ come avviene in alcuni episodi della serie Armored Core (fiondatevi sulla recensione di Armored Core VI: Fires of Rubicon), nelle suddette dovremo selezionare gruppi di tre Mobile Suit dalla classifica dei ricercati, che una volta sconfitti ci conferiranno punti da spendere nel negozio per sbloccare elementi decorativi o addirittura parti rare con cui personalizzare i nostri Gunpla. Un’attività che siamo convinti spezzerà la routine e, oltretutto, consentirà di testare sul campo le performance delle nostre creazioni.

Chi non ha mai sognato di progettare un Gundam?

Come anticipato nel paragrafo precedente, Gundam Breaker ruota fondamentalmente attorno alla personalizzazione del proprio Gunpla, motivo per cui nelle diverse missioni del pacchetto è possibile ingaggiare battaglia con svariati plotoni di nemici e rubare loro i pezzi da cui sono appunto composti.

Armi, braccia, gambe, busti, teste e backpack, senza dimenticare i componenti speciali che danno accesso a sistemi avanzati come lo Psycommu, sono solo alcune delle parti che dovremo di volta in volta sottrarre agli avversari ingaggiati in prima linea, e che col passare del tempo permetteranno di progettare unità virtualmente uniche e totalmente riverniciabili. Tra le altre cose potrete quindi montare le iconiche ali angeliche del Wing Gundam Zero EW Ver.Ka su qualsiasi Mobile Suit, o magari ibridare i vostri robot preferiti per realizzare il mecha che avete sempre sognato di pilotare. A questo proposito va dunque specificato che Gundam Breaker 4 offrirà una varietà mai vista prima, in quanto il team di CRAFTS & MEISTER ha incluso nel pacchetto più di 250 MS provenienti dai diversi universi del franchise. Preparatevi quindi a plasmare una collezione di Gundam mai visti prima, perché stavolta l’unico effettivo limite sarà la vostra fantasia.

Avendo potuto partecipare a tre missioni soltanto, non abbiamo avuto modo di testare a fondo il gameplay, che ad ogni modo sembra sia stato mutuato direttamente da Gundam Breaker 3, seppur con qualche aggiunta. Una volta sceso in prima linea, il MS da noi controllato potrà sfruttare le armi da mischia – come le spade laser o l’inconfondibile ascia degli Zaku – per inanellare combo su combo, o in alternativa dar fondo alle munizioni delle armi da fuoco (che si ricaricano col passare del tempo) per demolire i bersagli a distanza.

A seconda delle situazioni e del numero di avversari attorno, i piloti più abili potranno chiaramente mescolare le varie risorse a loro disposizione per passare da un nemico all’altro, e annientare agilmente intere squadriglie di robot ostili. Sorvolando su parata e schivata, che favoriranno manovre volte a preservare i propri HP, i mecha da noi pilotati potranno poi contare sulle devastanti Abilità Opzionali, i cui pattern di attacco cambiano in base ai pezzi equipaggiati, e alle ancor più rovinose Abilità Estreme, il cui innesco consuma però la barra EX. Dal momento che le suddette sono soggette a tempi di recupero, durante gli scontri sarà imperativo valutare la situazione e decidere attentamente il momento migliore per attivare le skill o ricorrere alle armi da fuoco, al fine di non ritrovarsi a secco e quindi momentaneamente vulnerabili dopo essere stati accerchiati o peggio ancora in presenza di boss di grandi dimensioni. Se i MS di altezza “standard” vengono del resto considerati degli High Grade, ossia unità in scala 1/144), non di rado vi capiterà di imbattervi negli imponenti Master Grade (1/100) e nei titanici Perfect Grade (1/60), che per ovvie ragioni fungeranno da boss di fine missione ed eleveranno il tasso di sfida.

Qualche dubbio sul telaio

Avendo attinto allo scatenato e rodato sistema di combattimento di Gundam Breaker 3, dal punto di vista ludico il suo successore ci è parso altrettanto valido e divertente, specie se consideriamo che per la prima volta nella serie è finalmente possibile utilizzare simultaneamente due diverse armi per creare catene di combo uniche e micidiali in cui intrappolare gli avversari e demolirli.

A non averci del tutto convinti sono purtroppo la schivata, che risulta ancora troppo legnosa per un titolo che punta molto sull’azione frenetica, una telecamera ballerina e non sempre capace di fornire una chiara lettura dello schermo, e non per ultima l’opinabile scelta di assegnare il salto e la propulsione al medesimo tasto. Risultato? In diverse occasioni il nostro mecha ha semplicemente saltato anziché spiccare il volo, generando situazioni fastidiose ed esponendoci all’offesa dei nemici circostanti. Se non altro, ci ha sorpresi non poco la stabilità del frame rate, che durante la nostra prova non ha tentennato nemmeno quando lo schermo è stato invaso dagli oppositori.


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