cosa riserverà il futuro per il leggendario Kratos?
Oggi la saga di God of War compie vent’anni, e come sempre succede in occasione degli anniversari importanti, viene spontaneo pensare a ciò che verrà.
A questo proposito, negli ultimi tempi sono emersi in rete diversi rumor su quello che potrebbe essere il fato dello spartano dopo il suo recente scontro col pantheon nordico, l’apice di un percorso che ha finalmente liberato Kratos dalle catene di un passato tanto doloroso quanto brutale, regalandogli infine un barlume di serenità.Si tratta di una condizione sostanzialmente inedita per il Fantasma di Sparta, che rende piuttosto difficile immaginare un prosieguo per le sue gesta guerresche, secondo alcuni collocati nella cornice della mitologia egizia. L’indiscrezione più recente punta però in una direzione totalmente diversa, rivolta verso il passato dell’antieroe di PlayStation.
La conclusione di Ragnarok e l’ipotesi egizia
Sono passati ormai tre anni dall’approdo sul mercato di God of War Ragnarök (qui la recensione di God of War Ragnarok), e sono in molti a chiedersi cosa Santa Monica Studio abbia in programma per l’avvenire della saga di Kratos. Sappiamo che lo studio considera chiusa la parentesi norrena – inizialmente concepita come trilogia – ma è indubbio come l’epilogo dell’epopea abbia lasciato in sospeso diverse questioni di rilievo.Sorvolando sul McGuffin della maschera ancestrale al centro degli interessi di Odino, tutt’ora circondata da un fitto alone di mistero, c’è ancora in ballo la questione del viaggio di Atreus, partito verso lidi ignoti in cerca di risposte sul retaggio dei giganti e sul proprio destino.
Sulle stesse note, la chiusa “pacificante” di Kratos poteva tradursi in un definitivo passaggio di consegne, tale da trasformare l’avventura di Atreus nella prima tappa di un nuovo corso narrativo, imperniato sulle gesta dell’erede al titolo di dio della guerra, o forse su quelle di un esordiente dio dell’inganno. Per quanto intrigante sia questa prospettiva, è chiaro che si tratterebbe di una rotta quantomeno rischiosa, specie considerando l’enorme popolarità del personaggio di Kratos, agli antipodi rispetto al moderato disfavore manifestato da parte della community nei confronti del suo primogenito.
Al di là delle incognite sul primattore di un eventuale sequel, avevano suscitato un certo interesse i rumor circa l’avvio di un nuovo arco narrativo ambientato nell’antico Egitto: una meta già visitata dal franchise (nel fumetto che fa da prequel alla saga nordica) e inizialmente scelta per ospitare il prosieguo della serie dopo la trilogia originale.A dare sostanza alle voci c’era anche un annuncio di lavoro pubblicato da Sony (si cercavano “attori mediorientali per un titolo AAA sconosciuto”), che l’insider Daniel Richtman aveva ricondotto allo sviluppo di un nuovo God of War legato alla mitologia egizia.
Il futuro di God of War è nel passato?
L’ultima indiscrezione punta però in una direzione del tutto diversa, e arriva da una delle voci più autorevoli dell’industria, con alle spalle una nutritissima sfilza di previsioni azzeccate, ovvero Tom Henderson.
Sebbene Henderson non abbia avuto modo di verificare le informazioni fornite dalla sua fonte, questa gli ha riferito che nel futuro di God of War c’è un ritorno al passato: un gioco ambientato all’ombra del pantheon greco e incentrato sulle vicende di un giovane Kratos, e sul suo rapporto col padre. Tenendo a mente la storia del condottiero cinereo, dubitiamo che il genitore in questione possa essere Zeus, ma non sappiamo quanto sia sensato speculare su una tenue voce di corridoio.
Pur volendo dare credito alla fonte di Henderson, onestamente non sappiamo quanto sarebbe proficuo rimettere al centro dell’inquadratura un rapporto filiale, seppur a parti invertite, e questo senza considerare le sfide derivanti dall’avere come protagonista un Kratos potenzialmente privo dei suoi poteri distintivi.In questo contesto, l’assetto del gameplay dovrebbe essere nuovamente stravolto in accordo con gli inediti limiti del suo protagonista, non ancora un semidio dalle facoltà leggendarie, ma un “semplice” guerriero intento a muovere i primi passi sulla strada verso la grandezza. Niente spade incatenate, reliquie leggendarie o furia superumana, ma solo ferrea disciplina e abilità marziale per far fronte a minacce ancora ignote, ma non necessariamente limitate alla sfera del “naturale”.
Capiamoci: riteniamo stuzzicante l’idea di una storia delle origini collocata nella cornice della società spartana, magari durante l’agoghé del futuro Fantasma, ma riteniamo sarebbe difficile conciliare questo nucleo narrativo con l’attuale assetto ludico di God of War.
Che si tratti di un reboot, più che di un prequel? Chissà, ma è chiaro che un’avventura di questo genere segnerebbe una netta deviazione rispetto alla strada intrapresa dal 2018 ad oggi. Non è necessariamente un male, badate, ma è altresì arduo mettere a fuoco una digressione di questo tipo. Va da sé che al momento sono tutte chiacchiere al vento, figlie di una suggestione priva di qualsivoglia solidità, che peraltro Henderson lega in qualche modo alla vociferata rimasterizzazione della trilogia greca. Un annuncio congiunto potrebbe avere senso, specialmente nella finestra temporale del ventesimo anniversario del franchise, ma vi invitiamo comunque a tenere a freno le aspettative.
Tralasciando il fatto che Santa Monica dovrebbe essere al lavoro su qualcosa di completamente diverso (il misterioso nuovo progetto di Cory Barlog), al momento è davvero arduo districarsi fra i piani in divenire di PlayStation, complice il pesante contraccolpo della sbandata verso il mondo dei GaaS e i caratteri di una comunicazione assai discutibile. Chi vivrà vedrà, insomma, e nel frattempo non possiamo che augurare allo Spartano un avvenire degno della sua leggenda, nel giorno del ventesimo anniversario del suo furioso esordio nel mondo dei videogiochi.
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