Coppia gay bloccata negli Stati uniti per colpa del reato di maternità surrogata: rischia pena in Italia
Da settimane una coppia gay di Arezzo è bloccata in California con il loro bambino, nato attraverso la maternità surrogata, una pratica vietata in Italia e che dal 16 ottobre è considerata “reato universale”. La coppia si era recata negli Stati Uniti circa nove mesi fa per intraprendere il percorso di genitorialità e ora si trova nell’impossibilità di rientrare senza il rischio di incorrere in un procedimento penale.
Il bambino è nato in California, dove la maternità surrogata è legale anche per le coppie omosessuali. Nel frattempo, però, in Italia è entrata in vigore la nuova normativa che punisce la gestazione per altri anche se effettuata all’estero, con pene che arrivano fino a due anni di reclusione e multe fino a 600mila euro. A seguire il caso è l’avvocato Gianni Baldini, noto per il suo impegno nei diritti civili, che sta valutando la possibilità di sollevare una questione di incostituzionalità davanti ai giudici italiani. Se la questione venisse accolta, potrebbe portare la vicenda fino alla Corte Costituzionale.
Già a fine ottobre una coppia gay era rimasta bloccata in Argentina dopo la nascita della figlia tramite gestazione per altri e solo dopo 40 giorni era riuscita a tornare in Italia. Nel mentre l’Associazione Coscioni continua a lavorare ai ricorsi presentati da 50 coppie che “hanno appena intrapreso il percorso oche hanno solo firmato il consenso in un centro estero o che hanno già fatto il prelievo di gameti. Coppie che stanno attendendo il parto o che stanno per iniziare il percorso dopo aver scelto il paese con leggi più chiare”.
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