Conte (Anasf): “Le competenze fanno la differenza”
“Mezzo secolo fa Pier Paolo Pasolini puntava l’indice contro un nuovo conformismo, non imposto dall’alto, bensì fatto proprio dalla maggior parte delle persone. Oggi rischia di verificarsi qualcosa di simile nella nostra professione e la ricetta per evitarlo è metterci cuore e cervello, elementi che fanno la differenza rispetto agli algoritmi, consentendo di offrire una consulenza davvero personalizzata”. È la convinzione di Luigi Conte, presidente di Anasf (Associazione nazionale consulenti finanziari) a proposito del rapporto tra l’advisory relativa ai patrimoni e l’intelligenza artificiale. Un tema che ha caratterizzato l’edizione 2025 di ConsulenTia, svoltasi nei giorni scorsi a Roma. “Nell’evento annuale della nostra associazione abbiamo dibattuto del tema cercando di evitare posizioni ideologiche e cercando piuttosto di capire in che modo la tecnologia può essere di supporto per offrire un servizio sempre più adeguato alle esigenze dei risparmiatori”, spiega. “Se ci affidiamo solo agli algoritmi, potremo avere indicazioni molto utili per le scelte di allocazione patrimoniale, ma mancherà il fattore umano decisivo per una relazione di lungo periodo. Mi riferisco alla fiducia, quella che consente di tenere duro anche durante i normali cali di mercato e di continuare a investire con una prospettiva di lungo termine, in linea con gli obiettivi personali e familiari”.
Per Conte, nell’era della società liquida, secondo la definizione del sociologo Zygmunt Bauman a proposito di una contemporaneità nella quale l’incertezza è l’unica costante, è importante che i consulenti finanziari non perdano la loro funzione di guida per aiutare i risparmiatori ad affrontare le incognite senza derive emotive. “Oggi ci sono tanti fattori di incertezza, ma non è certo una novità”, sottolinea. “Solo a considerare gli ultimi anni, ci sono state molte fasi di grande incertezza, eppure le scelte d’investimento razionali alla lunga hanno pagato. E la fiducia della clientela dimostra che abbiamo fatto un buon lavoro”. Nel 2024 le reti di consulenza hanno realizzato, la seconda migliore raccolta annuale di sempre, con volumi netti in aumento del 17,9% rispetto al 2023, a quota 51,6 miliardi di euro. La crescita è stata trainata dal ritrovato interesse manifestato nei confronti dei fondi comuni, delle gestioni individuali e dei prodotti assicurativi e previdenziali per un ammontare totale di 25,4 miliardi di euro. “Numeri che rappresentano una base solida per crescere ancora, a condizione però che continuiamo a investire con determinazione, tempo e risorse in ambiti strategici come la formazione continua e la digitalizzazione”.
Questo modus operandi, sottolinea, è fondamentale per “continuare a essere proattivi nel guidare la clientela verso le opportunità dell’innovazione, aiutandola a scansare i pericoli che possono derivare dall’eccessiva fiducia nei modelli automatizzati”.
Detto questo, il presidente di Anasf sottolinea come la domanda di consulenza sia sempre più articolata. “Questo costituisce una grande sfida per la nostra professione, in quanto vengono richieste competenze specialistiche per rispondere alle crescenti complessità della società”. Da qui la considerazione di quanto sia importante adottare un approccio al lavoro in team, “in modo che ciascun consulente possa offrire le proprie conoscenze al servizio della clientela, per poi chiamare in causa altri colleghi in caso di necessità”. Questo modello organizzativo offre nuove possibilità ai giovani che vogliono avvicinarsi alla professione e che fin qui spesso hanno faticato a inserirsi non avendo già un portafoglio clienti alle spalle. Con il risultato di un progressivo innalzamento dell’età media dei consulenti. “Il lavoro di gruppo consente di integrare l’energia dei più giovani con l’esperienza e le competenze dei consulenti più maturi”, sottolinea Conte. Che vede un orizzonte roseo per la professione. “Continueremo a essere un punto di riferimento affidabile sia per tutti i risparmiatori che desiderano pianificare in modo consapevole e strategico il proprio futuro, sia per le istituzioni, che riconoscono nella consulenza finanziaria un asset strategico per il benessere del Paese”.
Infine un riferimento alle scelte degli altri attori della filiera, come le società mandanti. “Oggi diversi operatori si stanno focalizzando sui detentori di grandi patrimoni, dedicando scarsa attenzione agli altri. È un modello che noi consulenti non condividiamo perché riteniamo occorra assicurare a tutti i risparmiatori una consulenza adeguata per aiutarli a fare scelte consapevoli per proteggere e valorizzare i propri patrimoni”.
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