Coni, Pancalli assicura: “Non sono il candidato della politica” (e attacca Malagò)
Count down, il 26 giugno si avvicina. Otto candidati alla presidenza del Coni, troppi. “Mi sembra pretestuoso definirmi il candidato della politica: mi spaventano queste etichette.Con la politica bisogna dialogare, non è un qualcosa che sta su Marte, fa parte del nostro vivere e il mondo sportivo non è completamente avulso alla politica”: le parole (chiare) di Luca Pancalli, durante la presentazione del suo programma elettorale. “Oggi che si dica che io sono il candidato della politica, mi mortifica. La politica deve essere messa nella condizione di prendere le decisioni migliori ed è quello che deve fare tutta la filiera, far emergere i bisogni e ascoltare. Il mio sarà un Coni di discontinuità, sarà un Coni di tutti. Un mondo dove il Coni è solo un fabbricatore di medaglie non fa bene al Coni stesso e non è nemmeno giusto. Noi dobbiamo diffondere i valori olimpici, utilizzare i nostri campioni mettendoci a servizio. Oggi il Coni può iniziare un percorso per ridare alle persone l’idea che ci sia la possibilità di avere il marchio come certificazione di qualità e competenza. Il Coni rimarrà sempre il Coni, è il sogno di tutti gli atleti ma bisogna capire che bisogna affrontare le cose con normalità”, spiega ancora Pancalli che in questi anni ha fatto benissimo al Cip. “Prima il Coni era solo nella sua importanza sportiva del Paese, poi si è ritrovato a confrontarsi con altri soggetti; dobbiamo riuscire a metterci a un tavolo capendo cosa possiamo fare insieme, bisogna promuovere una cabina di regia con quelli che sono gli attori principali, aprire tavoli di confronto con coloro che devono sentirsi parte in causa del progetto. Il dialogo è il metodo di lavoro; se non ci fosse tra me e la politica o con Sport e Salute sarebbe difficile mettere tutto a sistema. Il Consiglio nazionale deve essere il luogo dove chiederò a chi ha delle idee di esporle, deve essere il luogo del dibattito. Il presidente rappresenta una squadra, non c’è un uomo solo al comando”. Pancalli, che è ottimista sull’esito delle elezioni, non ha fatto ricorso contro la candidatura di Franco Carraro, anche se qualcuno gli consigliava di farlo, e spiega ora il perché: “ Mi piace vincere sul campo. Una volta successe che il mio rivale venne squalificato e la ricordo ancora oggi come una vittoria amara. Nel confronto elettorale ci sta lo sviluppo dell’essenza della democrazia del nostro mondo, il candidato aggiunge a questo e per questo non ho fatto ricorso”.
Poi, parlando delle prossime elezioni, lo stesso Pancalli sottolinea come “questa è una competizione alla fine della quale deve vincere lo sport italiano. Io e gli altri candidati abbiamo deciso di metterci a disposizione del sistema. Lo slogan ‘un Coni di tutti’, è perché io credo che le istituzioni non appartengano a nessuno ma si devono rappresentare, si deve sempre fare un lavoro di squadra e tutti devono partecipare alla costruzione dei percorsi”. Un pensiero poi sul ritorno di Binaghi e Barelli in Consiglio nazionale con un ruolo attivo : “Stiamo collaborando insieme, non è difficile farlo. Con loro portiamo avanti un discorso produttivo, non credo che sarà difficile coinvolgerli di nuovo nella vita dello sport italiano”. Pancalli ha parlato anche di Malagò: “Con Giovanni ho sempre avuto ottimi rapporti, lascia un’immagine di un mondo del Coni che si è molto identificato in lui. Ha avuto una capacità straordinaria di relazione e presenza scenica. Ciascuno di noi, in quello che facciamo, può essere giudicato in mille modi diversi. Quello che non mi ha convinto è l’eccessiva personalizzazione, ma proprio perché ha una personalità straordinaria. Vorrei apparire molto meno ma tentare di dare più spazio a tutti, soprattutto ai presidenti federali che sono gli artefici dei risultati dello sport italiano, dare spazio a chi lavora – ha aggiunto – devo essere un uomo dietro le quinte che tenta di mettere nelle migliori condizioni coloro che portano i risultati. Ma non ne faccio una colpa, la discontinuità non è negatività. Io ho una personalità, Giovanni un’altra, Luciano Buonfiglio un’altra ancora, tutto è discontinuo”. Non ha ancora deciso chi sarebbe il segretario generale mentre Franco Carraro, in caso di successo, vorrebbe confermato Carlo Mornati.
”I candidati? Come persone sono tutte brave, bisogna vedere cosa vogliono gli elettori”: così Sabatino Aracu, presidente della Fisr e della World Skate, durante la visita di Thomas Bach e Kirsty Coventry al Mondiale di skateboarding in corso a Roma allo skate park di Colle Oppio. ”Io credo che il Coni vada dato in mano a chi lo sport l’ha gestito in questi anni – ha aggiunto Aracu – Se dovessi dare una indicazione la mia è sull’amico Luciano Buonfiglio perché oltre a essere stato un atleta olimpionico è un uomo che ha esperienza vera di Federazione sportiva. Ricordo a tutti che i risultati che si sono visti fino a ora sono merito della Federazione sportiva”. Aracu è stato tentato di candidarsi, ha ricevuto molte pressioni ma alla fine si è dedicato al suo sport che ha portato sino alle Olimpiadi. “Mi aspettavo Bach perché mi aveva promesso che sarebbe passato. Poi ieri ci ha detto che sarebbe venuta anche Kirsty Coventry. Penso che in una vetrina come questa, davanti al Colosseo, abbiamo reso una bella immagine dello skateboarding, lo sport più giovane del momento davanti al monumento più antico che c’è”, ha concluso Aracu. Nella corsa elettorale al momento Pancalli, che punta deciso alla discontinuità e sta lavorando con un fortissimo impegno, pare leggermente favorito su Buonfiglio e Carraro. Malagò non si è ancora espresso, ma ha un pacchetto di voti abbastanza consistente. Gli ultimi giorni saranno decisivi.
Source link