Combattere i predatori e realizzare un parco naturalistico col Veneto, ecco le tesi premiate dall’Ires
Giulio Massaro e Pietro Sartor sono i vincitori del doppio Premio di laurea da 500 euro dedicato da Ires Fvg a Domenico Tranquilli, fondatore dell’Istituto che ha diretto con varie cariche fino al 2003. La cerimonia si è svolta mercoledì 11 giugno nella sede Ires di Udine, alla presenza anche della moglie di Tranquilli, Cristina Barazzutti. La scelta di quest’anno è ricaduta su due tesi di laurea, entrambe dedicate alla valorizzazione del patrimonio naturalistico dell’area montana quale leva di sviluppo socioeconomico sostenibile e interregionale: ecco quali sono le proposte.
Un parco interregionale tra Fvg e Veneto
Il lavoro di Massaro si intitola “Studio di fattibilità per l’istituzione di un’area protetta per la tutela e la valorizzazione delle Dolomiti Pesarine in Friuli Venezia Giulia e in Veneto: l’ipotesi progettuale di un parco naturale”. Così lo racconta l’autore: “La mia tesi ha esaminato la possibilità di istituire un ipotetico parco naturale interregionale tra Friuli Venezia Giulia e Veneto, coinvolgendo sei comuni in Fvg e 3 in Veneto, per valorizzare il territorio delle dolomiti pesarine. Non si tratta solo di tutelare l’ambiente e valorizzarlo, ma anche di promuovere la socialità e uno sviluppo economico sostenibile”. Il progetto potrebbe arrivare a compimento, ma è essenziale la volontà dei cittadini: “Un parco non va calato dall’alto, come è stato nella storia dei parchi naturali: vuole partire dal territorio, dalla popolazione, dalla loro volontà. La parte più importante della tesi è stata proprio quella delle interviste agli attori locali – Massaro ne ha effettuate 70, oltre a 600 questionari –: chiunque, dai rifugisti ai proprietari e gestori delle malghe, ad albergatori, cittadini, comuni”. L’ipotesi fatta, comprensiva di confinazioni, comprende 13500 ettari, un’estensione in mezzo tra quella del Parco naturale Dolomiti friulane e quella del Parco naturale Prealpi Giulie.
Come tenere lontani i predatori
La tesi di Pietro Sartor è intitolata “Analisi delle predazioni dei grandi carnivori sul bestiame alpeggiato nella regione Friuli Venezia Giulia e valutazione dell’efficacia di alcune misure preventive”. Tra queste ultime, Sartor propone “la presenza sul territorio del gestore della malga, ma anche i cani da guardiania, come il pastore maremmano”. I cani, però, sono difficili da gestire, complice la difficile interazione con i turisti. Una soluzione a quest’ultimo problema può essere effettuare corsi di formazione, possibilmente finanziati dalla Regione, “per stare vicino agli allevatori, lasciati a una problematica che negli anni acquisirà sempre più importanza e diventerà sempre più difficile da affrontare”. Stando sui dati concreti, “in regione i numeri della predazione sono ancora limitati, ma basta spostarsi in Veneto o Trentino perché i numeri diventino importanti, compromettendo l’attività zootecnica”. Secondo Sartor è un grave danno anche dal punto di vista affettivo: “vedere un animale predato è difficile, i cittadini si immaginino che da un giorno all’altro il cagnolino da compagnia cresciuto con loro da una vita venga sbranato e lo si trovi moribondo. Spesso non viene compreso da chi non è a contatto con l’ambito zootecnico, ma, essendo realtà piccole o medie, l’animale diventa come un elemento della famiglia: spesso gli viene dato anche un nome. Per i gestori è come intaccare una parte della famiglia”.
Dopo il declassamento della protezione del lupo, la Regione potrebbe considerare “piani di abbattimento solo per soggetti che sono troppo confidenti o problematici, che effettuano attacchi verso allevamenti e malghe. Abbattere lupi ed orsi è sempre un dispiacere, riduce la biodiversità che abbiamo combattuto per ripristinare, ma oltre una certa soglia la convivenza tra uomo e predatore selvatico diventa quasi impossibile: vale anche, per esempio, per gli ungulati”.
Il premio e il bando
Il premio, conferito oggi nella sede di Udine di dell’Istituto di ricerche economiche e sociali del Friuli Venezia Giulia, è dedicato a Domenico Tranquilli, fondatore e direttore fino al 2003. “Con questo premio vogliamo continuare a far vivere i valori che Domenico Tranquilli ha trasmesso con il suo lavoro – ha sottolineato Marco Pascolini, presidente di Ires Fvg – valorizzando ogni anno ricerche e tesi di laurea capaci di generare un impatto sul territorio, attente alle dinamiche locali e orientate a interventi concreti. Tranquilli ha sempre creduto nel potenziale delle progettualità nate dal basso, considerandole un motore essenziale per lo sviluppo locale. La sua idea di ricerca socioeconomica andava oltre la semplice analisi dei dati: doveva essere uno strumento attivo, capace di orientare scelte e generare azioni concrete”. Durante la cerimonia di premiazione è stato annunciato il bando 2025, rivolto a chi ha conseguito una laurea, una specializzazione o un dottorato di ricerca in un’università italiana tra il 2023 e il 2025 e discusso una tesi sui temi socio economici e dello sviluppo locale e territoriale regionale. Termine ultimo per presentare domanda all’indirizzo mail premiotranquilli@iresfvg.org è il 9 gennaio 2026.
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