Trentino Alto Adige/Suedtirol

«Col jet da caccia sulle Dolomiti». Polemica per i voli a pagamento  – Bolzano



BOLZANO. «Ora potete volare con un l-39 nel cuore delle Dolomiti!». Ed è subito polemica rovente. «Potrete sperimentare passaggi a bassa quota su cime impervie, brusche virate attraverso strette valli e adrenaliniche acrobazie aeree». «Preparatevi a sperimentare l’aspra bellezza di scogliere frastagliate, valli profonde e laghi alpini cristallini da una prospettiva completamente nuova». «L’Alto Adige non è solo una regione di splendori naturali, ma anche un luogo dal ricco patrimonio culturale, dove la miscela di influenze italiane e austriache crea un’atmosfera unica. Sorvolare questa terra storica a bordo di un jet da combattimento è un’esperienza unica nella vita che fonde il brivido dell’aviazione con la serena bellezza delle montagne». È quanto propone il sito web di Migflug, società svizzera, che come claim pubblicitario usa: «Piloti da caccia per un giorno».

Decollo da Trento. Costo: 4.500 euro per 30 minuti di volo col jet, 6.350 per 45 minuti, se vuoi il video sono altri 250 euro. Il tutto a bordo di un L-39 Albatros, aereo da addestramento per piloti militari utilizzato a partire dagli anni Settanta nei paesi del blocco comunista. «Non ne avevamo bisogno», taglia corto il presidente del Cai Alto Adige Carlo Alberto Zanella. Madeleine Rohrer (Verdi) preannuncia una interrogazione d’attualità in consiglio, mentre Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha depositato la sua interrogazione scritta già ieri. Si chiedono lumi, anche se la Provincia non ha competenza primaria in tema di volo.

Contattata dall’Alto Adige, Migflug da Zurigo ha fatto sapere che l’unico deputato a parlare della questione è il ceo, ieri non raggiungibile. Non è dato sapere, quindi, al momento, se sia stata richiesta e rilasciata autorizzazione da parte dell’Ente nazionale aviazione civile, che comunque, secondo fonti confidenziali, da qualche tempo starebbe monitorando la situazione. Né è dato sapere se già siano stati effettuati concretamente dei voli. Si possono però prenotare e pagare dal sito, con tanto di date disponibili, le prime il 29 e il 30 marzo. Così almeno dal web.

«Mi pare difficile», commenta Marco Kostner della gardenese Elikos. «Già per dei semplici voli turistici in elicottero occorre una tale mole di carte e autorizzazioni, per il velivolo e per i piloti». Ma qualcosa del genere al mondo esiste, prima della guerra in Ucraina, ad esempio, in Russia. «La nostra legge provinciale stabilisce che i parchi naturali e le aree montane al di sopra dei 1.600 metri non possano essere sorvolati a un’altitudine inferiore ai 500 metri. Ciò significa che i pubblicizzati “voli a bassa quota” e le “emozionanti manovre” intorno alle cime delle Dolomiti non sarebbero consentiti», afferma il consigliere Leiter Reber, che chiede lumi anche su quante sanzioni e a chi siano state elevate dal 1997 fino ad oggi.

«Ci sono diverse ragioni – scrive invece Rohrer – per cui questa è una pessima idea. Le Dolomiti sono patrimonio dell’Unesco, meritano protezione e non un marketing da Disneyland. Le emissioni dannose per il clima prodotte dal turismo sono già alle stelle e contribuiscono al fatto che attualmente siamo ben lontani dai nostri obiettivi climatici. E ogni jet che attraversa le Dolomiti per divertimento è un ulteriore peso per la natura e la popolazione locale». L’Alto Adige, conclude, «non è un parco giochi per i jet da combattimento».

«Spero che sia solo una pubblicità», incalza Zanella. «Se così non fosse, lo Stato e la stessa Provincia dovrebbero intervenire. Se pianto una tenda in un parco naturale arrivano subito otto forestali per impedirmelo. Già gli elicotteri, lo sappiamo, spesso non rispettano la quota minima di 500 metri da terra, figurarsi un aereo da caccia in volo a bassa quota».

 




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