Claire Rousay & Gretchen Korsmo
La seconda collaborazione del suo 2025 porta Claire Rousay ad incrociare nuovamente il proprio immaginario con quello di un’autrice a cui è legata per i trascorsi texani. Se la scelta con Mari Maurice è stata ricorrere ad un lessico ambient dai connotati contemplativi, a tratti pastorali, attraverso cui affondare nei ricordi, qui insieme a Gretchen Korsmo il suono torna verso una dimensione diaristica dal portato onirico, sostenuta dal nutrito archivio di field recording estrapolati dal quotidiano. Ad esso si sommano preziosi contributi strumentali, modulazioni elettroniche e scie vocali diafane orientate a definire un ambiente di ascolto ipnagogico.
È proprio il limite indefinito tra la veglia e il sogno il territorio in cui si muovono le sette traiettorie costruite attraverso un fitto scambio a distanza, un processo di interpolazione graduale nel quale spesso si diluiscono i reciproci linguaggi peculiari a favore di una fusione totale. Il tratto distintivo dell’album risiede esattamente in questa apparente perdita di identità da cui scaturisce una pasta sonora sinuosa in perfetto, costante equilibrio. In “Find Yourself In A Hole On The Beach” i fraseggi compassati di chitarra e il canto angelico, usato come fonte di puro suono, emergono con discrezione da una trama di appunti di registrazioni ambientali per galleggiare su un substrato sintetico luminoso. Con identica grazia avanza il piano nella successiva “Thick Walls, Thin Walls” e nella concisa nebulosa emo “Kitchen Duet”.
È la consistenza impalpabile delle melodie di “A Softer Focus” a tornare alla mente, depurata dalle tentazioni hyperpop e ampliata dall’apporto offerto dalla Korsmo, incline ad esplorare anche toni più inquieti in cui il sogno scivola pericolosamente verso l’incubo (“Sunday Morning”). Una sinergia funzionale e funzionante tra sensibilità affini che si ritrovano a navigare in un paesaggio sonoro delicato, fatto di strati ben combinati ma volutamente non sempre definiti fino al dettaglio.
13/06/2025
