Economia

Cina, la guerra dei prezzi spinge le vendite di auto. Case estere, quota in calo

Il mercato dell’auto cinese corre, l’indice di settore a Hong Kong riprende quota, ma le tensioni crescono. A maggio, le vendite al dettaglio di auto passeggeri hanno sfiorato quota 1,9 milioni di unità, in crescita del 13,3% su base annua. Anche rispetto ad aprile si registra un’accelerazione (+10,1%). Nei primi cinque mesi dell’anno le immatricolazioni complessive hanno superato gli 8,8 milioni di veicoli (+9,1%). Numeri positivi, che però non bastano a nascondere le difficoltà lungo la filiera.

Dalle acciaierie ai concessionari, si moltiplicano le segnalazioni di margini compressi e ritardi nei pagamenti. A lanciare l’allarme è stata la China Iron and Steel Association: secondo l’associazione, i costruttori auto chiedono sconti sempre più consistenti – anche superiori al 10% – e posticipano i pagamenti di settimane, in certi casi mesi. A farne le spese sono fornitori già sotto pressione, stretti tra la guerra dei prezzi e una crescente tensione sui flussi di cassa.

Anche i concessionari denunciano uno squilibrio: le case scaricano volumi elevati sulle reti di vendita, con effetti negativi sulla redditività e la sostenibilità di molte attività. Alcuni operatori hanno già chiuso i battenti, altri faticano a reggere.

Il governo, consapevole del rischio di fratture nella catena del valore, ha introdotto da marzo una norma che impone alle aziende industriali – auto incluse – di pagare i fornitori entro 60 giorni. Una regola che entra pienamente in vigore da giugno. In questo contesto, una dozzina di grandi costruttori, tra cui BYD, Chery, Geely, SAIC, Xiaomi e Xpeng, ha firmato un impegno formale a rispettare i termini, rinunciando anche all’uso dei cosiddetti commercial paper, le cambiali aziendali diffuse soprattutto nel settore immobiliare e spesso fonte di instabilità per chi fornisce componenti o servizi.

A spingere verso una normalizzazione è stato anche il ministero dell’Industria di Pechino, che la scorsa settimana ha convocato i principali produttori per chiedere la fine di una concorrenza “eccessiva”. Un’escalation che, secondo Wei Jianjun – presidente di Great Wall Motor – rischia di riprodurre le dinamiche viste nel real estate prima del caso Evergrande. Al momento gli investitori restano prudenti ma la fiducia resiste, con l’indice di settore in ripresa rispetto ai livelli toccati dopo lo scivolone di fine maggio.


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