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Chiude il locale del figlio di La Russa (ma prima chiede 500mila euro ai condomini)

I residenti del palazzo adiacente al Parea Bistrot pensavano di aver finalmente vinto la loro guerra, ma non avevano ancora visto nulla.

Chiude il locale del figlio di La Russa (ma prima chiede 500mila euro ai condomini)

Lorenzo Cochis La Russa, secondogenito del presidente del Senato, ha ereditato dal padre l’interesse per la politica, ma nelle sue vene scorrono anche imprenditorialità e decibel da DJ set. E infatti nel 2022 aveva aperto un locale, il Parea Bistrot, che sorgeva nelle Cinque Vie, il più antico quartiere di Milano. La storia del cocktail bar non è stata delle più lunghe, visto che il locale ha salutato definitivamente la clientela lo scorso 30 marzo. A spingere alla chiusura, però, non è stata certo la mancanza di frequentatori – anzi.

La vicenda in più puntate

Lorenzo Cochis La Russa

A due mesi dal termine corsa del Parea Bistrot di via Vigna, nel capoluogo lombardo, un collega de Il Fatto Quotidiano ci aiuta a ripercorrere le tappe di una vicenda che ha coinvolto il locale e il condominio adiacente.

La chiusura, infatti, non è stata motivata da uno scarso successo dell’iniziativa imprenditoriale, tutto il contrario: il Parea Bistrot era sempre pieno e movimentato – fin troppo.

Fra denunce e ritorsioni da parte dei condomini, nel 2023 il cocktail bar è stato trascinato in tribunale, dove il giudice ha imposto limitazioni nella speranza di far dormire agli abitanti dell’edificio sonni più tranquilli.

Ma orari ridotti, silenzio notturno e sanzioni non hanno fermato DJ set, musica a palla e invasione dei marciapiedi. Arriva allora la prima condanna e un procedimento penale che per qualche ragione sembra però coinvolgere solo i due soci di La Russa, non lui.

Nel frattempo il locale è costretto ad abbassare la saracinesca per sempre, ma non senza prima rispondere a tono: i legali di Parea Bistrot chiedono all’amministrazione del palazzo un risarcimento di 484.000 euro, pari al ricavo medio degli ultimi tre esercizi commerciali.

A giustificare la richiesta dell’ingente somma sono gli atti di vandalismo perpetrati dai condomini esasperati: casse prese a calci, bicchieri lanciati a La Russa, gavettoni e olio dalle finestre, vetrine danneggiate.

La prossima puntata della storia è in programma per il 16 giugno, data della nuova udienza. Cochis, intanto, da consigliere di zona di Fratelli d’Italia, continuerà probabilmente a tirare acqua al suo mulino anche sui tavoli della politica, dove ha già espresso in passato la sua disapprovazione contro le “inutili” limitazioni imposte ai locali.


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