Umbria

Cavalli macellati illegalmente: gli imputati patteggiano pene fino a due anni


di Enzo Beretta

Associazione per delinquere, uccisione di animali, maltrattamento di animali, commercio di sostanze alimentari nocive e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici: sono questi i reati contestati a vario titolo dalla Procura della Repubblica di Perugia a quattro persone coinvolte nell’inchiesta sulla macellazione illegale di cavalli in Umbria. 

Patteggiamenti Tre imputati – una 35enne di Foligno, un 48enne originario di Andria e un 72enne di Sulmona – hanno patteggiato la pena davanti al giudice per l’udienza preliminare. Le condanne: 1 anno e 9 mesi per la 35enne, 2 anni anche per il 48enne (a tutti loro è stato concesso il beneficio della sospensione condizionale), mentre al 72enne è stata applicata una pena di 1 anno e 6 mesi («convertita nella pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità»). Per il quarto imputato, un 63enne di Cannara, secondo quanto riferisce la Lav è stato rigettato il patteggiamento ed è stato disposto il rinvio a giudizio: udienza in programma l’11 febbraio 2026.

Le accuse Gli imputati vengono accusati di «essersi associati al fine di commettere, mediante organizzazione di mezzi e persone, una serie indeterminata di delitti». Tra questi il «maltrattamento di equini sottoposti per crudeltà e senza necessità a trattamenti consistiti nel trasporto disagevole in ragione del mezzo, lunghezza dello spostamento e precarie condizioni degli animali, il tutto al fine di procurarsi un lucro illecito correlato all’uccisione degli stessi». Viene contestato loro anche il «commercio di cose pericolose per la salute, destinando animali non impiegabili per il consumo alimentare umano anche a fronte dei trattamenti farmacologici non documentati alla macellazione» e il reato di «falsità ideologica in pubblici registri, consistito nel procedere ad annotare sulla Banca dati nazionale degli equini la detenzione e trasferimenti non veritieri di numerosi animali, destinati alla macellazione illegale, così da impedire la ricostruzione delle movimentazioni e l’esito delle stesse». Nel corso dell’udienza di questa mattina il giudice ha ammesso la costituzione di alcune associazioni parti civili rappresentate, tra gli altri, dagli avvocati Giuseppe De Lio, Enrico Renzoni, Emanuele Sorcetti e Mascolo.

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