Caso Liliana Resinovich, nuove analisi sui cellulari della donna. “Sarà possibile recuperare i dati cancellati”
Proseguono i colpi di scena nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Liliana Resinovich. Dopo le parole del tecnico anatomico dell’obitorio, che in Procura ha ammesso una probabile responsabilità nella frattura della vertebra T2, si potrebbe aprire una battaglia legale sull’analisi sui cellulari. Due telefoni, un iPhone e un Samsung, saranno nuovamente analizzati, ma questa volta con tecnologie digitali più avanzate, capaci di scavare molto più a fondo di quanto sia stato possibile finora. L’obiettivo: far emergere dati nascosti, messaggi cancellati, ricerche online e note risalenti anche ad anni precedenti alla sua morte.
Elementi che potrebbero gettare nuova luce sulla sua vita e forse anche sulle circostanze della sua scomparsa. Per la morte della donna recentemente è finito nel registro degli indagato il marito, Sebastiano Visintin. Lo scorso marzo i super consulenti nominati nell’ambito dell’indagini per omicidio avevano ipotizzato che la donna potesse essere stata “uccisa probabilmente la mattina della scomparsa”.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Piccolo, il 9 maggio il consulente tecnico della procura, Nicola Chemello, che già aveva lavorato sui dispositivi nelle fasi iniziali dell’inchiesta, procederà con una nuova copia forense dei due cellulari. L’analisi sarà effettuata attraverso la tecnologia Full File System, un metodo più completo rispetto a quello usato nel 2022 (File System), che consente di accedere a un numero molto più ampio di dati, inclusi quelli che l’utente credeva di aver eliminato per sempre. Liliana, infatti, aveva l’abitudine di cancellare frequentemente i messaggi di Whatsapp, e questo ha finora reso difficile ricostruire con precisione le sue ultime comunicazioni. Ora però, grazie ai nuovi strumenti disponibili, sarà forse possibile recuperare quei contenuti e comprendere meglio pensieri, contatti e intenzioni della donna nei mesi, o persino negli anni, precedenti la sua scomparsa.
Accanto a Chemello, nominato dalla pm Ilaria Iozzi, sono stati incaricati anche altri consulenti da parte dei familiari. Sergio Resinovich, fratello di Liliana, ha scelto il perito informatico Paolo Reale, noto per aver seguito il caso del delitto di Garlasco. Anche Veronica, la nipote di Liliana, ha voluto affidarsi a Reale. Dalla parte di Sebastiano Visintin, marito di Liliana, è stato invece nominato Michele Vitiello, esperto informatico che ha già confermato al Piccolo l’utilizzo delle nuove tecnologie per il recupero dei dati: “Oggi è possibile recuperare messaggi, ricerche, note, anche quelli che prima erano invisibili”.
Vitiello ha inoltre riferito che è già stata completata la copia forense della GoPro di proprietà di Sebastiano Visintin, sottolineando che “è già stato fatto il massimo oggi tecnicamente possibile” anche su quel fronte. La speranza di familiari e investigatori è che questa nuova fase delle indagini digitali possa finalmente fornire risposte alle tante domande. Intanto, il 9 maggio prossimo il Tribunale di Trieste terrà la prima udienza del processo a carico di Visintin per diffamazione nei confronti dei vicini di casa, la coppia Gabriella Micheli e Salvatore Nasti. Il fatto fa riferimento a dichiarazioni rilasciate da Visintin in trasmissioni televisive in cui “sosteneva che si erano introdotti nella sua casa, che forse avevano sottratto le chiavi della stessa abitazione, che sapevano qualcosa” della vicenda legata alla moglie.
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