Carcere, picchia una guardia per farsi trasferire
Continua la “guerra” nel carcere di Udine, dove un detenuto di 30 anni ha colpito con un pugno al volto un poliziotto nel tentativo di farsi trasferire. La parola è stata usata da Massimo Russo, delegato nazionale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, in un commento; il fatto attorno alle 11 e 30 della mattina di oggi 21 maggio.
Il detenuto.
Trasferito da Treviso a Udine per motivi di sicurezza (aveva, a quanto segnalato, aggredito più volte dei poliziotti durante la detenzione), l’uomo aveva chiesto un colloquio con il direttore e il Comandante per chiedere il trasferimento a un altro carcere, nonostante la competenza, come i due gli avevano ribadito, fosse dell’amministrazione centrale e periferica. Poi, mentre veniva riaccompagnato in cella, il colpo: si sarebbe scagliato contro un vice sovrintendente che lo riaccompagnava, colpendolo con un pugno in pieno volto. Come avrebbe dichiarato in seguito, si trattava di un’azione disperata per essere trasferito in un’altra struttura. Solo dopo notevoli difficoltà tre uomini di polizia penitenziaria sarebbero riusciti a contenerlo.
Il pregresso
Un episodio analogo, a firma dello stesso uomo, era avvenuto a febbraio di quest’anno: si era scagliato contro tre poliziotti, uno dei quali è in congedo da allora per le lesioni riportate. È di lunedì scorso, invece, l’ultima zuffa in carcere, che ha spedito tre operatori in congedo per tre giorni ciascuno dopo i colpi di un robusto detenuto. Il problema sembrerebbe essere sistemico: non si può non notare che la casa circondariale di Udine ospita 167 persone con solo 90 posti disponibili, mentre il personale, che dovrebbe ammontare a 108 operatori, è sceso a 82.
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