Caporalato: 31 lavoratori stranieri sfruttati per allevare maiali e raccogliere frutta e verdura
di Enzo Beretta
Lavoravano per pochi euro all’ora, senza tutele, in condizioni di sfruttamento. Un gruppo di 31 braccianti stranieri sarebbe stato impiegato tra il 2018 e il 2021 in agriturismi, cantine e aziende agricole umbre per la raccolta di uva e olive, la coltivazione di frutta e verdura e l’allevamento di maiali. Per la vicenda è in corso un processo a Perugia nei confronti del presidente di una cooperativa sociale e di una consigliera del cda, accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Le accuse Secondo la Procura i due imputati avrebbero reclutato manodopera approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori. Gli stranieri, provenienti da Paesi come Pakistan, Sierra Leone, Senegal, Gambia e Nigeria, ma anche Costa d’Avorio, Niger, Marocco, Guinea Bissau e Tunisia, in alcuni casi sarebbero stati sottopagati e costretti a turni massacranti, fino a 10 ore al giorno per sei giorni alla settimana, con stipendi irrisori: alcuni – si legge nelle carte del pm – avrebbero percepito 1,87 euro all’ora.
«Minacce» Dai documenti dell’accusa emergono casi di operai pagati poco o di altri costretti a trasportare pesanti cassette di frutta e verdura senza adeguati dispositivi di sicurezza. La Procura contesta inoltre «gravi violazioni» in materia di orari, riposi e misure di prevenzione sanitaria, con l’aggravante delle«minacce» rivolte ai braccianti per impedirne le denunce e la mancata concessione del permesso di soggiorno per lavoro. Il processo si svolge davanti al tribunale collegiale di Perugia, presieduto da Carla Maria Giangamboni, e proseguirà con l’audizione dei testimoni per ricostruire nel dettaglio quanto accaduto. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Franco Libori e Matteo Marinacci.
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