Bruno Sammartino, la leggenda mondiale del wrestling nata a Pizzoferrato e il rapporto speciale con la mamma
A tanti anni dal ritiro e purtroppo anche dalla morte si continua a parlare di Bruno Leopoldo Francesco Sammartino, noto semplicemente come Bruno Sammartino, uno dei più grandi wrestler di tutti i tempi. Nato a Pizzoferrato il 6 ottobre 1935 e morto negli Usa, a Pittsburgh, il 18 aprile 2018, Sammartino era soprannominato “The Living Legend of Professional Wrestling” (“la leggenda vivente del wrestling”) ed è ancora oggi conosciutissimo principalmente per i suoi trascorsi nella World Wide Wrestling Federation, dove è stato il più grande campione del mondo nella storia della federazione: Di lui si parla ancora, anche sui media specializzati. Il gigante d’Abruzzzo lasciò l’Italia con la famiglia nel 1947, che emigrò a Pittsburgh in cui era presente una comunità pizzoferratese. Da adolescente soffrì di febbre reumatica e rachitismo e iniziò a praticare sport per contrastare questa patologia. Durante il liceo si dedicò al sollevamento pesi e alla lotta libera. Prima di diventare wrestler professionista lavorava come carpentiere nei cantieri edili di Pittsburgh.
Nei giorni scorsi sulla seguitissima pagina Facebook “Titan Morgan: Storie di Wrestling”, a cura di uno dei massimi esperti italiani del settore, Manuele Poli, che racconta vicende e aneddoti su attualità, storia e cultura del pro-wrestling, è stato svelato un aspetto quasi inedito del leggendario Bruno: il rapporto con la mamma. Ecco quanto raccontato:
“Il leggendario Bruno Sammartino, uno dei più grandi campioni di pro-wrestling di tutti i tempi, ha sempre parlato di sua mamma lasciando trasparire un amore immenso verso di lei.
Ma non perché gli italiani sono “mammoni” o per altri stupidi stereotipi di questo tipo, ma perché sua mamma è stata davvero una donna eccezionale, che gli ha permesso di diventare quello che è stato.
Mi sono sempre commosso ogni volta che Bruno raccontava di quando sua mamma, davanti ad un soldato tedesco che, puntando loro il fucile addosso li stava per uccidere, strinse a sé il piccolo Bruno ed i suoi fratelli e disse loro: “Non abbiate paura. Tra poco saremo insieme in Paradiso.”
Poi furono miracolosamente salvati dall’intervento di alcuni uomini del villaggio che si erano nascosti.
Ascoltando quel racconto, ho sempre avuto una forte ammirazione per la madre di Bruno Sammartino, per la sua forza, per il suo coraggio, per la sua fede incrollabile anche nei momenti più drammatici, quando tutto sembrava perduto.
Una grandissima donna, un esempio ed un modello per tutti.
Bruno Sammartino partì nel 1950, all’età di soli quindici anni, da Pizzoferrato, un piccolo paesino dell’Abruzzo che era stato invaso dai Nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, per raggiungere con sua mamma ed i suoi fratelli il padre negli Stati Uniti, a Pittsburgh in Pennsylvanya, dove era emigrato per lavorare.
Arrivato in America denutrito e malato, si appassionò al sollevamento pesi e nel giro di qualche anno riuscì a mettere su una massa muscolare ed una forza che in seguito gli valsero l’appellativo di “The Italian Strongman”.
Nel 1959 iniziò la sua carriera nel pro-wrestling e da lì in avanti la sua vita è stata costellata di record e successi a non finire!
I suoi incontri hanno portato al tutto esaurito il famosissimo Palazzetto del Madison Square Garden a New York per ben centottantotto volte, un primato rimasto imbattuto.
Così come quello di più longevo campione del mondo dei pesi massimi nella storia della WWE, all’epoca conosciuta come World Wide Wrestling Federation: sette anni e otto mesi (2.803 giorni), che unito ad un secondo regno durato 1.237 giorni, fanno di Sammartino il pro-wrestler che è stato campione del mondo per più tempo di tutti nella storia di questa disciplina, ovvero 4.040 giorni, ben undici anni!
Ma tutto questo non sarebbe mai stato possibile senza l’amore, il coraggio e la fede di sua mamma, e Bruno ne è sempre rimasto consapevole, continuando ad onorarla per tutta la vita ed anche dopo che se ne era andata.”
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