Bressanone, team di 4 piloti di droni per salvare venti cerbiatti – Cronaca
VAL D’ISARCO. Anche Bressanone fa la sua parte nel salvataggio degli animali selvatici che sembrano usciti dal film Bambi. In maggio e giugno, infatti, quando i caprioletti dagli occhioni teneri vengono alla luce, necessitano della protezione umana per evitare una fine tragica sotto le falciatrici al lavoro per la fienagione.
Questo perché le femmine di capriolo, per le prime settimane, nascondono i piccoli nell’erba alta e li raggiungono solo quando è il momento di allattarli. E i piccoli “Bambi” non hanno ancora sviluppato l’istinto di fuga, per cui, quando avvertono una situazione di pericolo, si limitano ad appiattirsi contro il terreno.
Ma questo comportamento è la loro rovina quando arrivano le grandi macchine agricole per falciare i prati. La loro morte non solo è certa, ma anche accompagnata da un’agonia straziante. In Alto Adige, da anni, agricoltori e cacciatori collaborano per salvare i caprioletti, grazie a un impegno di volontariato che nel 2024 ha raggiunto le 7.400 ore sul campo, organizzato dai cacciatori nelle rispettive riserve con l’ausilio di droni dotati di termocamere. Questi, nelle prime ore del mattino, rilevano le tracce di calore dei piccoli animali.
Controllati 50 prati nella zona di Sant’Andrea.
Nella riserva di Sant’Andrea/Eores, quest’anno con questo sistema sono stati controllati oltre 50 prati, localizzando più di 30 cerbiatti e salvandone una ventina in appezzamenti di terreno limitrofi a quelli in cui era in programma la fienagione, in modo da poter avvisare in tempo i proprietari.
Mobilitati 4 piloti di droni.
Il “team” al lavoro nel 2025 conta su 4 piloti di droni e altri volontari (cacciatori) che aiutano a recuperare i cerbiatti dai prati. A guidare i droni, in uso da 4 anni, sono Pirmin Frener, Benjamin Profanter, Janine Aukenthaler e Markus Runggatscher, responsabili dei salvataggi di caprioletti su tutta la montagna Plose insieme a Christian Niederrutzner. I quattro piloti si alternano con i volontari per andare a recuperare i piccoli di capriolo identificati, trasportandoli al sicuro ben avvolti in fasci d’erba, affinché sulla loro pelle non rimanga traccia di odore umano — fatto che causerebbe l’abbandono da parte della madre, che non riconoscerebbe più il cucciolo come suo.
Le uscite al mattino presto.
“Di solito facciamo volare i droni al mattino presto, a partire dalle 4, poiché le tracce di calore degli animali sono più facili da riconoscere” – spiega Benjamin Profanter, che aggiunge – “Dopo la falciatura, liberiamo i cerbiatti dalle casse in cui sono costretti ad aspettare. Nei prati che abbiamo controllato quest’anno non è stato ucciso nemmeno un cerbiatto”.
Un motivo di soddisfazione e di sollievo, soprattutto per gli agricoltori, che possono falciare i prati senza preoccuparsi. E naturalmente una bella notizia per i tanti, grandi e piccoli, che amano gli animali. J. P.