Bce, Lagarde: “I dazi di Trump e le contromisure Ue costeranno mezzo punto di Pil”
ROMA – “Tariffe del 25% sulle importazioni dall’Europa potrebbero ridurre la crescita dell’area Euro di circa 0,3 punti percentuali di Pil nel primo anno. Una risposta europea sotto forma di aumento delle tariffe sulle importazioni statunitensi aumenterebbe ulteriormente questo valore a circa mezzo punto percentuale”. Lo ha dichiarato Christine Lagarde intervenuta all’audizione della Commissione per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo.


Gli effetti dei dazi Usa sul Pil
Secondo le stime della Banca Centrale Europea, i dazi Usa di Trump il “peso dell’impatto sulla crescita economica si concentrerebbe intorno al primo anno dopo l’aumento delle tariffe”, poi “diminuirebbe nel tempo” ma “lasciando un effetto negativo persistente sul livello di produzione”. Al di là della previsione puntuale sugli effetti delle barricate commerciale che verranno alzate da aprile da Usa e Ue, a preoccupare Lagarde è il clima dii ncertezza che peserà sicuramente sugli investimenti.
Le stime di crescita Bce per l’Eurozona “sono soggette a notevole incertezza, anche a causa del contesto di politica commerciale”. Le ultime stime prevedevano una crescita dello 0,9% nel 2025, dell’1,2% nel 2026 e dell’1,3% nel 2027, e verranno ora messe alla prova dagli sviluppi recenti.
La guerra commerciale e l’inflazione
Ma ci saranno ripercussioni anche sull’inflazione, principale terreno di azione della Bce. Nel breve termine, le misure di ritorsione dell’Ue e un indebolimento del tasso di cambio dell’euro “potrebbero aumentare l’inflazione di circa mezzo punto percentuale” ha aggiunto la presidente della Bce, sottolineando che anche queste stime “sono soggette a un’incertezza molto elevata”. Ma ha assicurato che l’istituto rimane “vigile” e “pronto ad agire” per proteggere la stabilità dei prezzi.
Al netto dell’effetto dazi il processo di disinflazione è ancora in corso nell’area euro: secondo le stime della Bce l’inflazione complessiva è scesa dal 2,5% di gennaio al 2,3% di febbraio, e le proiezioni indicano che nel 2025 il dato dovrebbe rimanere mediamente a quel livello, per poi scendere all’1,9% nel 2026 e stabilizzarsi al 2,0% nel 2027.
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