Bambini: schermi e problemi emotivi, un circolo vizioso
Passare troppo tempo davanti allo schermo di un cellulare, una TV o un tablet può causare problemi comportamentali ed emotivi ai bambini. Peccato che per calmarli tendiamo ancora una volta a rivolgerci agli schermi: è questo il circolo vizioso evidenziato da una meta-analisi pubblicata su Psychological Bulletin, che ha rivisto 117 studi con dati riguardanti oltre 292.000 bambini di età inferiore ai dieci anni provenienti da tutto il mondo. Tra le attività analizzate nelle ricerche figuravano l’uso di social media e videogiochi, le attività scolastiche online e la TV.
Il legame schermi-emotività. In confronto alla fascia di età 0-5 anni, i bambini di 6-10 anni sono risultati più a rischio di sviluppare problemi socioemotivi a causa dell’abuso di smartphone & co; l’uso di schermi sarebbe correlato non solo a disturbi internalizzanti, come ansia e depressione, ma anche a disturbi esternalizzanti, come aggressività ed iperattività.
Anche il tipo di contenuti fruiti dai bambini incide sulle conseguenze: la scelta peggiore sarebbero i videogiochi, mentre i rischi diminuiscono (ma non si annullano) quando gli schermi vengono utilizzati per scopi educativi o ricreativi. Secondo Michael Noetel, uno degli autori, i bambini abituati a stare molto davanti a smartphone e tablet potrebbero avere bisogno di supporto emotivo, e non solo di regole. «Capendo questa relazione bilaterale tra schermi e problemi socioemotivi genitori, educatori e politici possono favorire una crescita sana dei bambini in un mondo sempre più digitalizzato», sottolinea Roberta Vasconcellos, coordinatrice della ricerca.
Causalità confermata? Noetel sottolinea che, dal momento che tutti gli studi rivisti hanno seguito i bambini durante un lasso di tempo di almeno sei mesi, la loro meta-analisi è quasi una prova del rapporto causa-effetto (e non più di mera correlazione) tra schermi e disturbi socioemotivi: tuttavia, «non è ancora possibile escludere del tutto altri fattori (come lo stile educativo) che potrebbero influenzare sia l’utilizzo degli schermi che i problemi emotivi», conclude.