Ambiente

Balenottera e capodoglio cetacei principi nel Mediterraneo – Animali

(ANSA) – GENOVA, 28 MAR – Il tursiope e la stenella
striata, tra i piccoli, la balenottera comune e il capodoglio,
tra i grandi: sono i cetacei che dominano sulle altre specie nel
Mediterraneo. Gli avvistamenti di queste quattro specie
costituiscono oltre il 90% degli ‘incontri’. E’ quanto emerge
dallo studio “I cetacei nel Mediterraneo: indice di incontro,
specie dominanti e hot spots di diversità”, coordinato
dall’Acquario di Genova. La ricerca è stata pubblicata sulla
rivista scientifica Diversity.

Il Mediterraneo sembrerebbe un mare con una diversità
relativamente bassa, ma vi sono alcune aree, come il Mare di
Alboran o il Santuario Pelagos nel Mar Ligure, dove la diversità
di specie è significativamente maggiore e che rappresentano
degli “hot spot di biodiversità” da studiare e proteggere. In
queste zone è possibile avvistare anche le specie meno comuni
come il globicefalo, il grampo o lo zifio.

Lo studio è stato condotto da 32 unità di ricerca e 44
ricercatori provenienti da Spagna, Francia, Italia, Montenegro,
Grecia, Turchia e Israele e Scozia. E’ andato avanti 15 anni
(2004-2018) attraverso 800.000 km percorsi in mare, 18.000
avvistamenti di cetacei.

Sono almeno due le caratteristiche che favoriscono la
diversità di specie: habitat caratterizzati da una diversa
profondità, perché ogni specie ne predilige una, e presenza di
alta concentrazione del plancton vegetale che sta alla base
della catena alimentare. Con i cetacei concentrati in poche aree
le attività dell’uomo, come pesca e traffico marittimo, possono
essere fondamentali come fattori di cambiamento (anche in
negativo) a livello locale. Su scala più ampia, i cambiamenti
climatici e la diminuzione delle piogge potrebbero causare una
diminuzione del flusso di nutrienti, portando a un livellamento
verso il basso della diversità di cetacei.

Per i ricercatori sono necessari una maggiore tutela delle
aree individuate come hotspot di biodiversità e il completamento
della mappatura, estendendola alle aree meno studiate e in
particolare nel bacino sudorientale. Per raggiungere questo è
fondamentale includere nella collaborazione i paesi del sud del
Mediterraneo. (ANSA).

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