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Asia Argento: «In Fatti vedere tutti indossano delle maschere: io ne ho indossate tante nella vita, è pericoloso. La commedia è un mio nuovo inizio»

Nel film si assiste a una certa complicità tra Matilde Gioli e Pierpaolo Spollon (si sono conosciuti bene sul set di Doc – Nelle tue mani), ma anche tra Gioli e Asia Argento. «Sono stata fortunata a trovare una persona come lei», dice Asia, «abbiamo trovato il ritmo giusto della commedia. Cosa non facile. Anche nella vita non è facile trovare un’amica come Sandra. Forse alle medie o alle elementari. Noi donne dovremmo supportarci di più l’una con l’altra».

«È nata una sintonia sul set», le fa eco la collega, «negli anni, forse per carattere, forse per il lavoro che faccio, non sono riuscita a crearmi il giro di amiche, e spesso mi sono sentita sola. Sarebbe bello se tra noi donne riuscissimo ad aprire il cuore e a fare a meno delle corazze, delle invidie, dei non detti e alle dietrologie che spesso ci creiamo a causa di questo mestiere. Comunque gli eventi eclatanti degli ultimi anni hanno dimostrato che le donne sanno sostenersi a vicenda».

Asia Argento «In Fatti vedere tutti indossano delle maschere io ne ho indossate tante nella vita è pericoloso. La...

Fatti vedere è una commedia romantica che con leggerezza tocca temi delicati come la psicoanalisi e l’ansia. «La psicoanalisi è stata un aiuto per molti anni e lo è ancora», confessa Matilde Gioli, «quanto all’ansia non ne soffro molto, ma quando mi capita la tengo a bada rifugiandomi in mezzo alla natura. Lo consiglio».

Asia Argento invece soffre moltissimo d’ansia: «Credo che sia dovuto al fatto di essere continuamente bombardati dalle troppe informazioni ansiogene. Ne siamo sopraffatti e non riusciamo a controllarle. Le mie paure stanno aumentando e le fobie stanno peggiorando».

Il titolo del film spinge a mostrarsi per quelli che si è, aspetto che oggi, sui social, viene tassativamente disatteso. «Tutti vogliono mostrarsi per quello che non sono: con delle vite perfette, belli, coi filtri e in posti pazzeschi. La realtà è un’altra. Dovremmo sparire un po’ tutti. Io per prima. Ma i social sono una droga: sparisco per un po’ e poi ritorno. Sento che devo comunicare perché subentra l’isolamento».


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