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Anne Hathaway: «Non credo che un sano orgasmo cambierà il mondo, ma sono felice che il piacere femminile non venga più nascosto»

Questo articolo su Anne Hathaway è pubblicato sul numero 15 di Vanity Fair in edicola da mercoledì 3 aprile 2024.

Manhattan è una giornata grigia, ma il ristorante in cui incontro Anne Hathaway è così bianco che sembra di trovarsi nella scena di un film sull’adilà. L’attrice è cordiale e premurosa: quando arrivo, con 10 minuti di anticipo, la trovo già lì, con un maglione bianco e jeans, a un tavolo che ha scelto pensando che sarebbe stato il migliore per fare l’intervista. Il menu è rigorosamente a base vegetale – ordiniamo hummus di ceci verdi, barbabietole e zucca – ma la dieta di Hathaway no: «Molti trovano che ho l’aria da vegana», ironizza.

Hathaway è abituata alla celebrità e al vocio della Rete. Gli ultimi cinque anni hanno rappresentato per lei un cambio di rotta esistenziale: ha chiuso con l’alcol, ha avuto un secondo figlio, ha compiuto 40 anni e si è presa cura di sé con maggiore attenzione. «Per la prima volta sento di conoscermi a fondo. Sono connessa a me stessa con la testa e con il cuore. Non vivo in base a quello che gli altri pensano di me: oggi, anche ridere mi viene più facile», racconta.

La ritrovata lucidità è evidente sul grande schermo e sui red carpet, dove ha debuttato con abiti dai colori sgargianti e silhouette audaci che le sono valse l’approvazione della Gen Z. Donatella Versace ha definito l’attrice, ex simbolo di purezza incontaminata, «pericolosa, ma sexy» – il massimo complimento per uno Scorpione – e l’ha scelta come volto per la sua campagna Icons. Al Met Gala 2023 si sono presentate insieme, e Hathaway è stata la rivelazione della serata, grazie a un abito di tweed tenuto insieme da perle e spille da balia in stile Elizabeth Hurley, e ai capelli raccolti come le top model degli anni ’90. Dal 2 maggio la vedremo nell’adattamento per Amazon Prime Video del romanzo d’amore sex-positive di Robinne Lee The Idea of You, di cui è anche produttrice e in cui interpreta Solène, una quarantenne divorziata che trova l’amore con un ragazzo di 24 anni genere Harry Styles (Nicholas Galitzine). Oggi, a 41 anni, l’attrice si dice orgogliosa di rappresentare una mamma single realizzata che sperimenta una rigogliosa sessualità proprio in quella fase della vita in cui alle donne viene generalmente detto che diventeranno invisibili.

Il nostro ristorante è «ad alta vibrazione», nel senso che il cibo che offre è il più vicino possibile al suo stato naturale. Per Hathaway, raggiungere «un’alta vibrazione» davanti a un registratore non è semplice. «L’idea che tutto quello che dici venga poi utilizzato per definirti mi spaventa», dice. Non è così seria come può apparire nelle interviste, spiega, ma di certo è attenta con le parole: s’interrompe per ripassare le risposte, avendo cura di evitare «materiale infiammabile» per il web. «Non voglio essere né provocatoria né fraintesa. Mi sento al centro dell’attenzione, come un pesce rosso nella boccia».

«Come ne usciamo?», chiedo.

«Non ne ho idea», risponde. Poi mi prende le mani e dice: «Scopriamolo insieme».

Hathaway si definisce una persona profonda. Mi racconta di quando a tre anni vide sua madre interpretare Eva Perón sul palco e capì subito che voleva recitare anche lei. «Quando veniva a teatro la sua espressione concentrata e rapita era incredibile, ma io e mio marito avevamo visto bambini deliziosi trasformarsi in piccoli mostri, e avevamo cercato di dissuaderla dal seguire le mie orme», ha raccontato tempo fa la madre. Ma Hathaway non è una che si lascia distogliere facilmente dalle cose in cui crede, ed è andata avanti. Ha preso lezioni di recitazione, a 14 anni si è preparata come sostituta della futura vincitrice del Tony Laura Benanti in una produzione di Jane Eyre, e a 15 ha avuto la faccia tosta di scrivere a un agente inviandogli una sua foto. «È un aneddoto da cui si può capire che non faccio le cose a metà: quando qualcosa mi piace, vado fino in fondo», dice.


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