Ancona, bufera per il nuovo piano regolatore. Silvetti: «Giù le mani dalla città». Garofalo: «Ostacoli? Non da noi»
ANCONA «La nostra non è una proposta a scatola chiusa». Fa il pompiere Vincenzo Garofalo. Il presidente dell’Autorità portuale cerca di spegnere le polemiche legate all’invio in sordina al Ministero dell’Ambiente della bozza del nuovo piano regolatore portuale – per metterlo a regime serviranno comunque 7-800 milioni per le infrastrutture previste. Circostanza, questa, avvenuta senza il coinvolgimento né degli imprenditori, né degli amministratori cittadini. Cosa che ha generato più di un malumore, come raccontato ieri dal Corriere Adriatico.
Il problema
Il nodo più grande, però, è l’allargamento dell’ambito portuale, che l’Authority vorrebbe estendere anche a strade come via Marconi e via XXIX Settembre. «Una scelta puramente tecnica, sono vie d’accesso al porto» commenta Garofalo.
Che annuncia l’istituzione di un tavolo tecnico col Comune e con gli operatori portuali per metter mano alla bozza di Prg già inviata a Roma ma ancora passibile di modifica. Un modo per tendere la mano. Gesto encomiabile ma forse un po’ troppo tardivo.
Più incendiario il sindaco Silvetti: «Perimetro generoso, per non dire assolutamente inaccettabile, glielo faremo pesare». Mette subito in chiaro le cose: «Io non voglio chiedere il parere di nessuno per agire dentro casa mia, ma stiamo scherzando?». L’estensione dell’ambito, infatti, permetterebbe all’Autorità portuale di sedere al tavolo degli attori coinvolti in un’eventuale progetto di modifica della viabilità (e non solo) di quelle vie. Garofalo non smentisce questa circostanza ma assicura: «Non sono aree portuali, non abbiamo alcun interesse e non metteremo ostacoli». Niente bastoni tra le ruote.
La replica
«È allora che bisogno c’era di allargare il perimetro?» ribatte il primo cittadino. «Anche l’escamotage della viabilità – dice – non regge». Annuncia: «La città non arretrerà di un metro, è inaccettabile». Silvetti si esprime anche sul metodo. «C’è stata un po’ troppa fretta, secondo me Garofalo è stato consigliato male» si spinge a commentare. «È una persona che ha fatto politica, sa perfettamente quali sono le prassi». Il presidente, infatti, «non ha fatto nulla di tecnicamente sbagliato ma è stato estremamente inopportuno». Garofalo, dal canto suo, non nega che la bozza del piano regolatore sia arrivata al Ministero dell’Ambiente per la procedura di Vas (Valutazione Ambientale Strategica) senza le interlocuzioni. Sostiene però che quel testo non fosse altro che «l’applicazione» del Documento di Pianificazione Strategica di Sistema portuale (Dpss). Il testo, questo già sottoposto ai vari attori istituzionali, che definisce gli obiettivi e le strategie di sviluppo del sistema portuale.
I precedenti
Conferma Silvetti. «E infatti il Dpss contiene sei prescrizioni, tra le quali le nostre rimostranze in merito all’allargamento del perimetro portuale» ricorda. La mancanza di condivisione è aggravata da un altro fatto. «Era più di un mese che noi chiedevamo un incontro con la parte politica o tecnica dell’Authority in merito al piano regolatore» puntualizza il primo cittadino.
La rivendicazione
«La città non deve subire il porto» sintetizza la fascia tricolore. Parla anche del tema dei parcheggi in area portuale, al posto dei traghetti al porto antico, da lui ritenuta l’unica soluzione per un centro storico soffocato dalle auto. Finora, però, dall’Autorità portuale non c’era mai stata vera apertura. «Il porto è nella pancia della città, ci sono le ricadute economiche positive ma abbiamo anche impatti (negativi, ndr) di un certo tipo che ci vanno riconosciuti». Ecco perché quella dei park «è una rivendicazione assolutamente legittima». Poi annuncia: «Devo incontrare Garofalo assolutamente». Quindi e videnzia altre criticità. Dal Molo Clementino, che l’Authority vorrebbe elettrificare. «Volere non so se è potere, ci intravedo un non indifferente problemino di approvvigionamento energetico per un sistema di quella portata» fa notare Silvetti. Per non parlare delle banchine della futura penisola. «Nel nuovo Prg sembra che tutte le banchine siano aperte ogni utilizzo, commerciale e turistico. Non so se ciò risponde effettivamente alle esigenze del porto» conclude il sindaco. La stoccata finale, nel caso ce ne fosse ancora bisogno.