Marche

Amir ucciso da un amico, 5 indagati

SAN BENEDETTO – Rissa aggravata dalle lesioni, uso di armi da taglio, omicidio e tentato omicidio. Sono i reati dei quali dovranno rispondere, a vario titolo, i 5 indagati coinvolti nell’omicidio di Amir Benkharbouch, 24 anni di origini tunisine ma residente a Giulianova, morto all’esterno del Kontiki.

Le ipotesi

Continuano gli accertamenti degli investigatori per capire chi abbia inferto la coltellata fatale. «Il mio assistito – spiega l’avvocato Luigi Gialluca difensore di Federico Di Stanislao, rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto – sta collaborando anche perchè alcune dichiarazioni nell’immediato le ha rese sotto l’effetto dei farmaci dell’ospedale». Sarebbe stato lui, secondo quanto finora emerso, ad aver sferrato il colpo che ha poi raggiunto Amir ferendolo a morte. «Si è trattato di una tragica fatalità – sostiene il legale – perché i due erano amici. Erano arrivati insieme sulla Panda azzurra (poi sequestrata ndr) di proprietà del padre del mio assistito: un giovane italiano che appena diplomato si è messo a lavorare come elettricista». Continua il racconto: «È incensurato che si è trovato accerchiato da 6 persone tra le quali un energumeno e ha cercato di difendersi aprendosi una via di fuga. Federico non aveva assunto droghe, è stato accertato, era solo nel posto sbagliato al momento sbagliato con una compagnia sbagliata».

La dinamica

Il legale è anche in attesa di vedere le immagini della videosorveglianza del locale che è stato, per altro, sequestrato. «Perché sono state trovate tracce di sangue» prosegue l’avvocato convinto anche che si possano escludere, tra i moventi, l’odio razziale e i motivi passionali. Gli inquirenti e la Procura di Ascoli, infatti, non starebbero escludendo alcuna ipotesi compresa l’invasione di campo di una banda che avrebbe voluto sottrarre all’altra la piazza di spaccio. Ipotesi sulle quali si saprà di più nei prossimi giorni quando il Gip deciderà se confermare o no gli arresti. Intanto ieri nel registro degli indagati sono finite altre due persone oltre a Di Stanislao, Denis Raul Rotaru ed Helmi Nessibi: sono stati denunciati a piede libero il 30enne di Grottammare, ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Torrette di Ancona, e uno straniero 30enne residente a Monteprandone .

L’arma

Di Stanislao è rinchiuso nella casa circondariale di Marino del Tronto, Rotaru e Nessib sono piantonati al Madonna del Soccorso, ma appena le condizioni di salute permetteranno ai sanitari di dimetterli, saranno trasferiti in carcere. Indagini sono in corso anche per il tentato omicidio di Daniele Seghetti, il trentenne ricoverato all’ospedale di Torrette dopo essere stato trasportato con l’elisoccorso dalla Riviera e operato d’urgenza a causa dei traumi riportati alla testa. I carabinieri lavorano senza sosta per ricostruire la vicenda anche grazie all’ausilio delle immagini degli impianti di videosorveglianza presenti in zona. La rissa all’interno del locale, secondo i primi racconti, sarebbe scoppiata per futili motivi probabilmente solo all’apparenza. Gli uomini della sicurezza hanno poi provveduto ad allontanare i due gruppi, che erano già venuti alle mani, ma solo una volta fuori la situazione è degenerata e sono spuntate le armi da taglio.

L’autopsia

Ad uccidere Amir sarebbe stato un fendente che ha lesionato il polmone, ma è stata disposta l’autopsia per risalire alle cause esatte del decesso. Il giovane sarebbe stato colpito di fronte al Kontiki, ma nel tentativo di salire sull’auto che si trovava di fronte all’hotel Arlecchino per dirigersi in ospedale, ha perso i sensi ed è morto prima dell’arrivo dell’ambulanza della Potes.




Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »