Società

Alluvione in Romagna: le storie, un anno dopo

«Un benvenuto al Tour de France, alla sua storia e alla sua carovana pubblicitaria, che danno l’occasione di ricordare alle autorità, stampa e tv, i problemi irrisolti dei faentini e della Romagna alluvionata». Ha un tono volutamente polemico il messaggio che arriva dai comitati faentini che colgono l’occasione del passaggio del Tour de France nelle zone dell’alluvione in Romagna per ricordare quanto ancora sia difficile la situazione in questa zona d’Italia un anno dopo. Domenica 30 giugno i partecipanti alla manifestazione avranno una maglietta gialla, come quella del leader della corsa ciclistica, con la scritta alluvionati arrabbiati ed effettueranno giro ciclistico non competitivo dalle ore 8 alle 8 30 per le vie della città di Faenza.

Già nella prima tappa della corsa che è andata da Firenze a Rimini è stato più volte ricordato che appena un anno fa quelle strade erano invase dal fango. Già nei giorni scorsi avevano parlato dell’importanza di questa partenza italiana e di questo passaggio in Romagna Davide Cassani e Gianni Bugno entrambi ex ciclisti che al Tour hanno partecipato. «Tutti ci ricordiamo cosa è successo l’anno scorso in Emilia Romagna, travolta dalle alluvioni. Ma questa terra è risorta, ha reagito. E sta dimostrando di essere assolutamente all’altezza di un evento sportivo internazionale come ce ne sono pochi altri nel mondo» ha detto Bugno.

In quest’anno sono state molte le iniziative di sostegno agli alluvionati. Fra queste un libro diventato film, Anime nel fango, scritto da Luca Giacomoni e pubblicato da Edizioni SunShine, il cui ricavato è destinato ad andare in beneficenza. In un viaggio fatto nei giorni appena all’alluvione del 16 maggio 2023 l’autore ha raccolto le testimonianze di 28 protagonisti, tutte rivolte al futuro e alla positività. Sono 16 storie differenti di persone colpite dall’alluvione, ma anche dei tanti che sono andati ad aiutare chi era in difficoltà.

Ad aiutare Francesca è andato il suo amico Andrea. Lei era bloccata nella casa in cui aveva scelto di vivere insieme ai suoi due cani. Non c’erano più strade per raggiungerla. Lei nemmeno riusciva a contattare i vicini. «Ci vuole del coraggio a vivere qui» dice il sottotitolo di uno dei capitoli, perché i campi sono scomparsi, le strade faticano a percorrersi. In più di un racconto ci sono le storie degli animali che nessuno vuole abbandonare. Questo è il racconto di Roberta, volontaria che gestisce il rifugio La Pioppa: «Vorrei solo la mia casetta, un pezzo di terra e i miei cani».


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »