Piemonte

Allacciate le cinture, Sabelt è pronta al decollo per l’impresa in orbita


Dall’automotive all’aerospace non è un volo semplice. Ma c’è chi sta provando a tracciare una rotta, utilissima in questi tempi complicati dell’indotto torinese. Non può valere per tutte le aziende, purtroppo: dipende da dimensioni, capitalizzazione, livello d’innovazione. Per quanti possono, però, è manna per affrontare le turbolenze. Lo sa bene Intesa Sanpaolo, che a livello territoriale ha deciso di accompagnare le società che intendono intraprendere l’evoluzione per garantirsi miglior futuro, costruendo case-history pilota di buone pratiche.

Tra queste c’è la Sabelt di Moncalieri. Si trova nella zona industriale di Vadò, dove ha il quartier generale e tre stabilimenti. La società è nata nel 1972, acronimo di Safety Belt, come produttrice di cinture di sicurezza per il primo equipaggiamento. Poi ha sviluppato altri segmenti nell’alto di gamma in cui è diventata leader (sedili di sicurezza per il mondo delle corse e del premium, abbigliamento sportivo dei piloti). Ma è proprio la vocazione originaria, già intrapresa da qualche anno, ad averle aperto uno “stargate” di prospettiva.

La società è controllata al 100% dalla famiglia Marsiaj, che ha ripreso la totalità di quote nel 2000, dopo un interregno di 15 anni degli americani della Trw. Nel 2024 il fatturato si è attestato intorno ai 100 milioni di euro, di cui il 90% dall’export in 58 Paesi. A far gli onori di casa c’è Giorgio Marsiaj, classe 1947, capitano di lungo corso e past president degli industriali torinesi, ora nella squadra nazionale di Confindustria con delega all’aerospace. Con lui i figli Gregorio (1976) e Massimiliano (1977), tutti e tre sulla tolda di comando della Sabelt con buona alleanza intergenerazionale. Si muovono nelle linee di produzione, dialogano fitto con i dipendenti, tra cui alcuni giovani addetti (circa 400 in totale) intenti a perfezionare con cura artigianale sedili per Alfa Romeo, Alpine, Aston Martin, Ferrari, Maserati, McLaren.

Un settore, in fabbrica, è dedicato all’aerospazio. «Progettiamo per aziende che riforniscono Airbus – spiegano i tre Marsiaj –, tra cui le cinture per gli assistenti di volo, o per il Dream Chaser e il Cygnus, le navette che trasportano carichi alla Stazione spaziale internazionale». Ecco il guizzo: «Ci stiamo specializzando nella realizzazione di “straps” per lo spazio, sistemi di ritenuta e cinture aeronautiche – aggiungono i tre imprenditori – basandoci sulla disponibilità di prodotti già qualificati da Sabelt per l’automotive e il motorsport, dove gli obiettivi di sicurezza e resistenza sono molto simili a quelli richiesti per l’aerospazio e nelle applicazioni speciali».

In pratica, le cinture di sicurezza – grazie alle loro ottime performance – vengono utilizzate per ancorare nelle navette spaziali i diversi macchinari destinati all’orbita (e, poi, a una futura base lunare), garantendo più spazio e consistenti risparmi per i vettori. Il know-how acquisito nella costruzione di sedili, con materiali ignifughi e sicuri, sta aprendo nuove possibilità nell’aviazione civile, nello scenario della futura mobilità. «Un risultato raggiunto con il costante investimento dell’8% delle risorse in ricerca – precisa Giorgio Marsiaj –. Siamo gli unici del settore con un laboratorio di test dinamico interno sui prodotti, un vantaggio nel trasferimento tecnologico sull’aerospace».

Nonostante Trump, Sabelt continua convinta nel percorso sulla sostenibilità. «È un punto di non ritorno e di competitività – intervengono Gregorio e Massimiliano Marsiaj, terza generazione di imprenditori in famiglia, sfogliando l’ultimo Sustainability report aziendale predisposto fin dal 2019 –. Crediamo nei principi Esg. Stiamo studiando prodotti ecocompatibili come la scocca dei sedili in fibra di lino in sostituzione del carbonio e abbiamo potenziato il nostro impianto fotovoltaico». Cosicché, oltre a Oem (Original equipment manufacturer) e Racing, l’aerospace è diventato a pieno titolo la terza linea di business.

L’automotive ha però ancora qualche cartuccia: Sabelt ha appena firmato un accordo da 145 milioni di dollari con Ceer, primo brand di veicoli elettrici (Ev) e produttore Oem dell’Arabia Saudita. Saranno realizzati qui a Moncalieri i sedili sportivi innovativi per i futuri modelli di punta Ev della berlina e del Suv di Ceer.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »