Alla Maratona di Roma ottime prove dei Milon runners
Probabilmente l’appuntamento clou dell’anno, in termini di prestigio, una delle date attese per settimane e mesi: domenica 16 marzo si è tenuta l’edizione numero 30 della Run Rome the Marathon, che ha fatto segnare un nuovo, spettacolare, record di partecipanti (28mila iscritti) e che ha ormai assunto una dimensione sempre più internazionale, con poco da invidiare alle altri grandi maratone europee.
Il richiamo della Città Eterna attira runners e turisti da tutto il mondo: il fascino di correre nella storia, nella leggenda e nel mito, è ineguagliabile. Lo scenario ideale dove compiere imprese capaci di riecheggiare nei secoli.
Si percorrono cartoline più che strade, si riceve il cinque dai monumenti, si respira la polvere del Circo Massimo e ci si immerge nella spiritualità di San Pietro. Alla fine, quasi dispiace che tutto questo duri per soli 42 km.
La gara vede il solito monopolio kenyano: vince Robert Ngeno in 2h07, Betty Chepkwony si afferma tra le donne. Tanti i “vip” azzurri, a partire da Daniele Meucci.
Il nostro schieramento scende in campo con una serie di pezzi da 90: svetta su tutti il Terminator Alessio Calabrò, che mettendo glacialmente insieme una falcata dopo l’altra, sigla un altro splendido pb in 3h10; altra macchina dagli ingranaggi oliati alla perfezione, il leggendario Carmine Sessa in 3h32; con grinta e volontà, il “legionario krotoniate” Giuseppe Silipo in 3h38; con rinnovato entusiasmo, il rientrante sulla distanza Giovanni Iedà; non molla nonostante le avversità il determinato e irriducibile Giuseppe Mendicino; da applausi e sempre da esempio, il “giovanotto”, evergreen Salvatore Fico.
A supporto degli atleti, presenti anche il Presidente Antonio Pizzuti e “più che una mascotte” Giuseppe Cimini.
A dimostrazione, sempre, del sostegno della squadra.
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