Alessandria, il giallo dell’anziano scomparso da Lu, ritrovata bruciata la sua auto
La scomparsa di Pio Rinaldi, pensionato di 81 anni svanito nel nulla lo scorso 18 aprile, ha assunto i contorni di un giallo. L’anziano era insieme ad alcuni parenti, quando si è allontanato a bordo della sua Panda rossa da Lu Monferrato, in provincia di Alessandria. Ma da allora nessuno lo aveva più visto. Dopo giorni senza alcuna notizia, il 24 aprile i carabinieri hanno ricevuto una segnalazione: la vettura si trovava in un terreno fra Solero, Quargnento e Felizzano, ma era completamente carbonizzata.

Se le prime ipotesi si concentravano su un allontanamento volontario o un malore improvviso, il ritrovamento cambia ogni scenario. Che qualcuno possa avergli fatto del male? È l’idea che adesso tormenta chi lo conosceva. “Chi potrebbe farlo? È una persona assolutamente normale e semplicissima, un bonaccione – dice un parente -. Ha seri problemi a camminare, usa una stampella. Non potrebbe difendersi”. Vedovo da diversi anni ed ex agricoltore, qualche volta Rinaldi dà una mano al figlio nella sua azienda. “Difficile pensare che potesse aver contratto debiti, stanno bene economicamente. E nemmeno che potesse volersi fare del male: stava bene, era ancora lucido”.
Quel 18 aprile si era allontanato da Lu verso le 13 per andare a mangiare a casa sua, ma di quel pranzo non sono state trovate tracce. “E ne avrebbe lasciate: di solito non sparecchiava mai”. L’ultimo avvistamento risale alle 19.30 a Quargnento, quando l’anziano, che cammina con l’ausilio di una stampella, sarebbe stato notato da un suo compaesano. Non trovandolo una volta rincasato dal lavoro, il figlio ha lanciato l’allarme. Le ricerche per ritrovarlo sono state organizzate dai vigili del fuoco in tutto il Monferrato, ma anche i residenti dei paesini limitrofi si sono attivati dopo aver letto gli appelli dei familiari sui social.
Dopo aver controllato ogni cascina e persino il Tanaro alla ricerca dell’auto con cui si era allontanata, questa è ricomparsa in un terreno privato. A segnalarlo alle forze dell’ordine è stato proprio il proprietario dell’appezzamento. “Perché bruciare l’auto? – si domanda il familiare -. Se volevano insabbiare il caso, hanno ottenuto l’effetto contrario. Speriamo stia bene, ma l’unica ipotesi che viene in mente è che abbia incontrato qualche balordo”. Toccherà adesso alla sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri ricostruire le cause del rogo, che potrebbero fornire informazioni utili alla risoluzione del caso.
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