Ambiente

Agrinsieme, quotazioni pecorino romano siano fatte in Sardegna – Prodotti Tipici

“Alla luce della dimensione e dei
numeri rappresentati dal comparto regionale e per rafforzare
ulteriormente la filiera del Pecorino Romano Dop, riteniamo che
la Sardegna debba rappresentare il luogo idoneo e naturale,
attraverso l’istituzione di apposito comitato prezzi permanente,
per poter comunicare gli andamenti mercantili di questa Dop,
visti i pesi ponderali che esprime sulla bilancia commerciale.

   
Prezzi e quotazioni del prodotto che oggi vengono battuti solo
nella Camera di Commercio di Milano”.

   
Lo sostiene Agrinsieme Sardegna, che ha preparato un
documento a margine dell’ultimo coordinamento, in cui “si
sollecita l’intervento delle Camere di Commercio della Sardegna
e della Regione affinché si avviino le dovute procedure per
questa nuova riorganizzazione, che dovrà essere accompagnata da
un fondo finanziario pubblico, almeno triennale, capace di
sostenere il progetto”.

   
“Esiste infatti il fondato sospetto – spiega Agrinsieme –
che questa condizione non dia adeguate garanzie di terzietà
nella costruzione del giusto prezzo dal momento che, chi
attualmente opera presso la Cciaa di Milano, è un unico
produttore nonché operatore commerciale. È infatti interesse
delle aziende di trasformazione della nostra isola in primis, e
di tutte quelle dell’areale di produzione (Sardegna, Lazio e
provincia di Grosseto), socie e non del Consorzio per la Tutela
del Pecorino Romano Dop, che le quotazioni mercuriali del
formaggio vengano determinate in misura oggettiva, al fine di
fornire un servizio alla generalità dei soggetti interessati,
nessuno escluso, per ovvi motivi di interesse economico e
soprattutto per evitare di generare effetti speculativi”.

   
Proprio per scongiurare tali condizioni sarebbe opportuno
intervenire poiché, “attualmente in Sardegna, è convinzione
diffusa tra i produttori, che rispetto agli indicatori
(giacenze/richieste di prodotto) i prezzi di mercato degli
ultimi mesi continuano a registrare un’inspiegabile stagnazione
capace – secondo il coordinamento di Agrinsieme – di non
rappresentare il valore reale di mercato. Le dinamiche
mercantili degli anni recenti, infatti, raccontano di
sistematiche rotture di stock che allo stato attuale non possono
essere escluse neanche per il 2025”.

   
La società Clal, leader nell’analisi del mercato caseario e
nell’elaborazione dei dati condivisi poi online attinge, per la
definizione del prezzo del Romano, solo dai listini pubblicati
settimanalmente dalla Camera di Commercio di Milano. “Tali dati,
pur legittimi, sono frutto evidentemente di informazioni
parziali che mancano di una rappresentatività complessiva”.

   

   

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