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Aereo indiano precipitato, le sette incredibili storie di chi ha evitato la morte


Aereo indiano precipitato, le sette incredibili storie di chi ha evitato la morte

A volte anche un destino in apparenza ineluttabile può nascondere degli inattesi risvolti: è ciò che emerge con chiarezza dalle singolari storie di ben 7 passeggeri che sarebbero dovuti salire a bordo del Boeing 787 precipitato tragicamente ad Ahmedabad, in India, lo scorso giovedì 12 giugno. Chi per una sensazione, chi per accontentare le richieste della madre, chi ancora a causa di problemi con il check-in, tutte queste persone hanno in comune il fatto di essere riuscite a scampare di un soffio alla morte e a non aggiungersi quindi alla lista delle 279 vittime finora accertate dalle autorità indiane: a riportare queste incredibili vicende è il portale online The Times of India.

Il primo caso trattato è quello di Yaman Vyas, che aveva appena pianificato il suo viaggio di ritorno a Londra. Il magazziniere, titolare di un permesso di lavoro nel Regno Unito, stava concludendo una visita alla sua famiglia a Vadodara dopo due anni ininterrotti vissuti all’estero. Con le valigie e i documenti pronti, l’uomo era pronto a partire, ma la prospettiva di non rivedere il figlio almeno per un altro anno aveva spinto la madre, tra le lacrime, a implorarlo di restare per qualche altro giorno. Yaman aveva quindi cancellato il volo, rendendosi conto il pomeriggio dello stesso giorno di quale sarebbe dovuto essere il suo destino se fosse ripartito per Londra: “Quando i messaggi sull’incidente hanno iniziato a riempirmi il cellulare, mi sono reso conto di come l’istinto di mia madre mi abbia salvato la vita”, ha raccontato l’uomo.

Per Jaimin Patel, 29 anni, e Priya Patel, 25 anni, quello verso Londra sarebbe dovuto essere un viaggio di piacere per andare a incontrare un amico per una breve vacanza. La documentazione fornita al banco del check-in, tuttavia, non era stata ritenuta valida dal personale di Air India, che aveva deciso di lasciare entrambi a terra nonostante le suppliche. Impossibile riuscire a rimediare per tempo, per cui i due erano tornati a casa. “Circa un’ora dopo, un mio amico mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Accendi la TV subito!’. Quando ho visto la notizia, sono rimasto scioccato”, racconta Jaimin. “Il volo si era schiantato. Non sono mai stato così grato a Dio. Ringrazio il personale di Air India per aver insistito e non averci fatto salire a bordo”, aggiunge.

A impedire a Savji Timbadia di imbarcarsi per raggiungere il figlio a Londra, dove lavora, è stata invece una brutta sensazione.“Ho detto a mio figlio che non avevo voglia di volare e che avrei rimandato la mia partenza a lunedì”, dichiara la donna.“Quando mi ha chiesto del cambio di programma improvviso, ho potuto solo descrivere una sensazione di disagio mentale. Non ero in grado di spiegarlo”. Le origini di quel disagio sono apparse chiare dopo aver visto le terribili immagini dell’incidente.

Bhoomi Chauhan si è invece salvata solo grazie al traffico incontrato ad Ahmedabad durante il tragitto verso l’aeroporto. La donna, che doveva tornare dal marito a Londra dopo le vacanze, ha trovato il gate chiuso: “Ho implorato il personale di lasciarmi imbarcare, ma invano”, ha spiegato. Tutto questo poco prima di scoprire che quel’imprevisto le aveva invece salvato la vita.

A impedire a Jayesh Thakkar di imbarcarsi sul volo di Air India è stato invece l’inatteso prolungarsi di un impegno di lavoro a Calcutta: “Ero in ritardo e ho capito che non sarei arrivato ad Ahmedabad in tempo per il volo. È stato allora che ho deciso di cambiare itinerario”, ha detto l’uomo.

Gli impegni lavorativi hanno salvato la vita anche dell’ultimo dei 7 passeggeri che non sono saliti sul Boeing 787.

Ravji Patel ha deciso proprio all’ultimo di non partire insieme al genero Arjun Patoliya, dato che aveva del lavoro da completare: quest’ultimo sarebbe dovuto tornare dalle figlie a Londra dopo la celebrazione dei funerali della moglie, ma purtroppo è deceduto nel terribile incidente.


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