Abbiamo trasformato il granchio blu in un successo, e non ce n’eravamo accorti
Il nuovo piano straordinario del governo spinge sulla valorizzare del problema granchio blu, con un finanziamento di dieci milioni di euro.
Quello del granchio blu non si può più considerare un tema nuovo, ma di certo continua a essere molto attuale. Negli ultimi anni, la ristorazione ha cercato di sfruttare questa specie infestante fino al midollo (anzi, fino alla polpa), creandoci qualsiasi tipo di piatto – persino il tiramisù. È superfluo dire che l’utilizzo del crostaceo invasivo in cucina non può di certo salvare i nostri mari dall’emergenza; ed è proprio qui che il governo interviene, dando al problema le vesti di un successo e di un’opportunità.
Cosa prevede il piano straordinario
Il “piano di intervento per contenere e contrastare il fenomeno della diffusione e della proliferazione della specie granchio blu”, presentato ieri mattina al Ministero dell’agricoltura, è frutto della collaborazione tra vari organismi, tra cui il Consiglio Nazionale delle Ricerche, le capitanerie di porto e il ministero stesso. Lo scorso settembre è anche stato nominato un commissario straordinario per gestire la faccenda, Enrico Caterino. La manovra attuale prevede lo stanziamento di dieci milioni di euro che, leggiamo sul sito del governo, si aggiungono ai 44 milioni già dedicati all’emergenza negli ultimi anni.
Per far fronte al problema della specie infestante, “colpevole” di nutrirsi di bivalvi (leggasi vongole) e altri animali acquatici più o meno autoctoni, il piano intende coinvolgere le flotte locali per interventi quali “cattura, smaltimento e installazione di recinzioni nelle aree idonee“. Sul piatto anche sostegni economici per supportare le imprese del settore dell’acquacoltura, fortemente colpita dall’emergenza.
Grazie a questo finanziamento e ai progetti a esso collegati, secondo il ministro Lollobrigida il granchio blu non dovrà più essere visto come un problema: la collaborazione con gli istituti di ricerca e altri enti ha decretato il “successo del sistema Italia”. Il crostaceo atlantico, insomma, permetterà la crescita economica e lo sviluppo, attraendo anche investimenti esteri. Insomma, il granchio blu non è più una minaccia, ma una preziosa risorsa da sfruttare. D’altronde l’importante è vedere sempre il bicchiere (o l’allevamento) mezzo pieno, no?
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