Società

Valentina Ruggeri: «Il mondo dello spettacolo, almeno in Italia, dà quasi per scontato che tu, dopo la gravidanza, abbia concluso la tua carriera»

Però, ora lei qui, con me, a parlare di una serie in cui figura tra le protagoniste.

«Non mi sono voluta arrendere all’idea che l’amore per mio figlio e queste difficoltà potessero portarmi a rinunciare al mio lavoro. Lui merita una madre felice, appagata, che lotta e che riesce a raggiungere i suoi sogni. È molto importante che lui, tramite il mio esempio, impari questo dalla vita».

Prima accennava a suo marito. Sono moltissime le donne che sentono che il peso della gestione familiare sia completamente a carico loro. Non mi sembra che per lei sia così.

«Assolutamente no. Ognuno gestisce nostro figlio in base agli impegni e alle incombenze che ha. Se io devo partire per lavoro, stare fuori settimane, si occupa di tutto mio marito e viceversa. Certo, non sempre funziona : abbiamo le famiglie lontane e quando ci sono le incombenze dell’ultimo minuto, diventa tutto molto complicato. Senza contare che, a differenza del passato, non c’è più una comunità che ti dà una mano in questi casi: è svanita senza che nulla la sostituisse. Quindi, se non riesci a trovare una soluzione, sei completamente solo».

Come dice il detto inglese: “Ci vuole un villaggio per crescere un bambino”.

«Esatto. Peccato che viviamo in una società sempre più individualista che, quando sei giovane e single, forse, potrebbe calzarti a pennello, quando hai una famiglia e gli affetti lontani è l’ultima cosa che vorresti. Anzi, avere un figlio, in una società così, sembra quasi un atto di ribellione».

Quali lati di sé ha scoperto dopo essere diventata mamma?

«Nel mio caso, credo di aver eliminato il superfluo. Ho proprio la sensazione che il mio cervello abbia fatto pulizia delle cose meno importanti e abbia messo in priorità tutte le altre. Adesso, anche sul lavoro, mi sento molto più concreta, più vera. Non mi perdo più dietro alle paranoie, alla paura di come apparirò. Mi concentro finalmente sulla mia performance, sul fare al meglio quello che mi viene chiesto. E ci si sente davvero bene».

Ha smesso di preoccuparsi quindi?

«Vorrei fosse così, ma purtroppo no. Nel nostro lavoro, non sai mai cosa accade domani e questo, negli anni, ho imparato a gestirlo un po’ meglio. Come si dice? Ho imparato a essere amica dell’incertezza, però il punto è che non vorrei più provarla, vorrei avere maggiore serenità. Perché quando entri in una spirale positiva di tranquillità, questa si autoalimenta e gli effetti si vedono».

Altri desideri per il futuro?

«L’avverto, questo che sto per dire è un po’ da anzianotta».

Prego.

«Vorrei la salute per me e per i miei cari. E poi la capacità di saper reggere l’onda d’urto delle avversità della vita. Saper essere più resilienti».

In che momento della sua vita si trova?

«Sono pronta alle grandi passerelle, ai grandi premi. Insomma, sono davvero pronta a tutto ora».


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