Noar non vede l’ora di venire al mondo e nasce nell’auto bloccata da un cantiere
MACERATA Il piccolo Noar aveva fretta di nascere. E la sua prima immagine del mondo è stata l’abitacolo dell’auto di suo padre, che stava raggiungendo di corsa l’ospedale di Macerata. Il bimbo non ha voluto aspettare nemmeno l’arrivo dei sanitari del 118, non c’è stato tempo: è successo in pochi istanti. Sono stati momenti di grande concitazione ma tutto è andato alla perfezione. Lui e sua mamma stanno benissimo.
La vicenda
Una storia a lieto fine quella avvenuta ieri mattina. Erano le 8.30 quando Valmira, 24 anni, ha iniziato ad avere le contrazioni. La coppia di origini macedoni, abita a Sforzacosta. Suo marito, il 36enne Djeladin Abdiji, che lavora come operaio al mobilificio Giessegi di Appignano, si è messo subito al volante della sua auto. Una volta arrivato all’altezza della rotatoria di fronte alle ex Casermette, ha svoltato a destra per raggiungere l’ospedale, ma si è trovato via Mattei sbarrata a causa dei lavori in corso per la sistemazione del tratto di strada interessato da una frana. In preda al panico, visto che i dolori di sua moglie stavano diventando sempre più insistenti, ha accostato e ha chiamato il 118. Dalla vicina struttura sanitaria è immediatamente partita un’ambulanza, ma Noar è stato più veloce di tutti. «Dopo pochi attimi era già nato – racconta il padre Djeladin, visibilmente commosso -. L’ho afferrato e appoggiato sulla pancia di mia moglie, senza tagliare il cordone ombelicale».
L’intervento
Dopo pochi minuti sono arrivati i sanitari, che si sono trovati davanti l’incredibile ed emozionante scena. Valmira e Noar sono stato portati in ambulanza al reparto di Ostetricia. In sala parto, per le operazioni di controllo, c’erano il ginecologo Francesco Magliacano e l’ostetrica Michela Mennecozzi. Mamma e figlio erano in ottime condizioni. «Sono ancora emozionato – continua Djeladin, che ha dovuto improvvisarsi ostetrico -. Per fortuna è andato tutto nel migliore dei modi. Quando ho visto la strada interrotta sono andato in tilt, non sapevo cosa fare. In certe situazioni è impossibile mantenere la lucidità». E dunque ieri mattina, dopo un breve passaggio in sala parto, il trasferimento in corsia, dove Noar è stato assistito da un pediatra. Ad abbracciarlo anche la sorellina Elina, di due anni e quattro mesi.