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Quel dettaglio nascosto nella foto di Netanyahu nel bunker


Quel dettaglio nascosto nella foto di Netanyahu nel bunker

Non è una foto come un’altra quella pubblicata dal premier israeliano Benjamin Netanyahu ieri sera, a meno di 48 ore dall’avvio dell’operazione israeliana volta a distruggere il programma nucleare iraniano e che ha nel frattempo decapitato i vertici militari della Repubblica Islamica. Nello scatto in questione compare il capo del governo dello Stato ebraico nella sua War Room sotterranea, seduto ad una scrivania quasi interamente ricoperta da carte, “pixellate” per motivi di sicurezza. Spenti o oscurati anche i due monitor sulla Resolute Desk del premier d’Israele che nella mano destra regge una cornetta mentre l’altra è posata su un foglio.

Pochi dettagli sono davvero visibili. Tra questi: una parte di una cartina del Medio Oriente stesa sotto una spessa lastra di vetro poggiata sul tavolo, una bevanda in una tazza e la parte superiore di un libro. È proprio il tomo, rivolto forse non a caso a favore della macchina fotografica o di un telefonino, che ha attirato l’attenzione degli osservatori. L’eloquente titolo del libro, “Target Tehran“, è chiaramente visibile e in una foto in cui appare evidente il passaggio della censura degli organi di sicurezza di Tel Aviv non può non destare interesse e curiosità.

A notare la presenza del volume sono stati i cronisti del Jerusalem Post. E non poteva essere altrimenti trattandosi di un saggio pubblicato nel 2023 proprio dall’analista della difesa del quotidiano Yonah Jeremy Bob e dal suo ex direttore Ilan Evyatar. Il libro ripercorre la pluridecennale storia delle operazioni del Mossad volte a sabotare il programma nucleare iraniano e, alla luce degli eventi delle ultime ore, è destinato a riaccendere l’interesse dei lettori in Israele e non solo.

Il saggio riferisce delle missioni sempre più spregiudicate compiute dagli 007 dello Stato israeliano soffermandosi in particolare su quelle realizzate sotto la direzione di Yossi Cohen, a capo della temuta agenzia di spionaggio dal 2106 al 2021. Una fra tutte, in apertura del libro, ricostruisce il raid dell’intelligence d’Israele che nel 2018 ha portato alla sottrazione di una quantità impressionante di dati segreti relativi programma nucleare della Repubblica Islamica sino a quel momento custoditi nei magazzini di un sito a Teheran, ritenuto sicuro dal regime degli ayatollah. Fu Netanyahu a decidere di rivelare al mondo l’audace operazione dei suoi 007 con un duplice obiettivo: non solo convincere il mondo delle reali ambizioni nucleari dell’Iran ma mostrarne anche le prove.

Operazioni sotto copertura, assassinii mirati, attacchi informatici e missioni diplomatiche, come quella culminata con gli accordi di Abramo del 2020. Sono questi alcuni degli elementi di un libro tornato di stretta attualità. Sullo sfondo una minaccia che già una ventina di anni fa l’ex premier Ariel Sharon descriveva all’allora presidente Usa George W.

Bush come una guerra contro l’Iran per proteggere lo Stato ebraico dall’”olocausto nucleare”. Un conflitto che adesso è esploso apertamente. Il capitolo finale del saggio, e di questa storia che ha precipitato il Medio Oriente in una nuova imprevedibile guerra, viene scritto in queste ore.


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