La danza di Interplay chiude col genio di Virgilio Sieni: Sleep in the car alla Lavanderia a Vapore
Ultimo, sfolgorante appuntamento stasera alla Lavanderia a Vapore, con Virgilio Sieni, padre nobile tre volte premio Ubu (2000, 2003, 2011), Chevalier des Arts et Lettres (2013) e premio alla Carriera di Danza & Danza 2024. Sieni è architetto, coreografo e danzatore italiano di fama internazionale, costruttore di una Casa della danza – al tempo stesso centro di produzione e di ricerca – a Cango, Firenze, nei Cantieri Goldonetta.
Già direttore della Biennale Danza dal 2013 al 2016, Sieni è anche il fondatore dell’Accademia sull’ arte del gesto, finalizzata alla sperimentazione del movimento e aperta a uomini e donne di ogni età, anche e soprattutto “non ballerini”, che coinvolge in progetti formativi sulla relazione tra corpo, territorio e comunità.
Stasera alle 20,30 per Interplay, Virgilio Sieni presenta ”Sleep in the car” una pièce che riflette sulla condizione contemporanea in cui la macchina è simbolo di libertà ma anche di costrizione: “Lo spazio dell’auto diventa per alcuni il rifugio sostitutivo dell’abitazione, un rifugio mobile, in cui all’occorenza si può anche dormire un sonno che può essere vissuto come fuga dalla confusione del quotidiano”.
Composta in collaborazione con Franco La Cecla, “Sleep in the car” è interpretato da due eccellenti danzatori, Jari Boldrini e Maurizio Giunti. Al termine, Interplay propone un lavoro dell’ex bambino-soldato congolese Gervais Tomadiatunga, oggi direttore della Biennale di Performance Tokomi a Brazzaville. Il titolo è “Congo Ka Boye” ed è una rabbiosa danza generazionale che parla di sfide, lotte e vittorie, tra alcol, sesso e religione, per l’ interpretazione di Larissa Emahus, Claude David Ndoudi-Socky e Boanergie Ange Nkodia Zola. La serata performativa termina con l’assolo “The Other” della canadese-guatemalteca Maja Joseph, in cerca della propria voce interiore.
Quindi la festa d’addio, con drink e balli in cortile per salutare una delle più complesse, poliedriche e screziate edizioni di Interplay: aperta il 28 maggio alla Casa del TRG da “Viro”, fulminante composizione del celebre duo Abbondanza-Bertoni per i bravissimi Cucco&Porro, protagonisti di un duetto maschile di estrema difficoltà articolato in mille micro-gesti perfettamente sincronizzati.
Interplay è stato seguito ogni sera da un pubblico esperto che ha applaudito con entusiasmo la miglior giovane danza italiana e straniera. Restano impressi i movimenti inediti e freschi del premiato coreografo e danzatore emergente Roberto Tedesco, il krump brutale ed energetico e la musica elettronica degli artisti italo-franco-spagnoli del defilé multietnico in Barriera, lo humour spigliato delle ragazze dis-abili e abili della compagnia Re_action, la miniatura di gesti dei “Fiori Assenti” di Zani & Doveri al Mao.
E poi l’ audace talento di Leila Ka all’ Astra, la danza vietata del libanese Omar Rajeh alle Officine Caos, le bandiere-immagini-sudari di fratellanza di Panzetti-Ticconi in AeReA e il corto circuito di senso e percezione sui pattini di Moritz Ostruschnjak in “Cry Why”, per Miyuki Shimizu & Guido Badalamenti, accompagnati dal piano di Reiner van Houdt.
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