Mondo

Trump: «Teheran scenda a patti prima che non resti nulla»

«Ho dato all’Iran la possibilità di raggiungere un accordo. Ma non sono riusciti a farlo». Poi, alzando la pressione su Teheran: «I prossimi attacchi già pianificati potrebbero essere ancora più brutali. Devono scendere a patti prima che non resti nulla». Ancora, parlando al sito Axios: «Magari ora negozieranno seriamente».

Donald Trump entra in gioco nei nuovi, gravi scenari di crisi improvvisamente aperti dall’offensiva militare di Israele contro l’Iran, a sorpresa per i tempi se non per l’esecuzione. Un attacco che ha colpito il programma nucleare del Paese e decapitato i suoi vertici militari. Anche se il suo messaggio lascia aperti più interrogativi di quanti ne risolva: se l’azione rappresenti o meno un nuovo, serio strappo da parte del governo di Benjamin Netanyahu; e se l’amministrazione abbia una strategia per evitare crisi incontrollate, se l’allusione ad accordi tuttora possibili sia più che retorica.

Di sicuro escalation potrebbero coinvolgere gli Usa, data l’alleanza con Israele, il suo impegno a difenderlo e la presenza nell’area di migliaia di soldati, navi e aerei militari e di numerose grandi basi nell’area, dal Qatar al Bahrein, che possono diventare obiettivi di rappresaglia. Ieri alla Casa Bianca, nella super protetta Situation room, si sono svolti incontri del presidente con il suo Consiglio di sicurezza nazionale per monitorare gli sviluppi.

Gli Stati Uniti hanno reso noto di essere stati informati da Israele dell’attacco ma hanno allo stesso tempo preso le distanze.

Il segretario di Stato Marco Rubio ha fatto sapere che si è trattato di una «azione unilaterale» israeliana nella quale gli Usa «non sono coinvolti». Ha tuttavia indicato che gli Usa erano stati messi al corrente della decisione: «Israele crede che questa azione sia necessaria per la sua auto difesa».


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »