Umbria

Liste d’attesa: più rapidi i commissariamenti delle Regioni. Come funziona


Sulle liste d’attesa le Regioni ora rischiano un più rapido commissariamento. E’ quanto stabilito in sede di Conferenza Stato Regione che ha disposto tempi e modo attraverso cui il Governo può prendere in mano la situazione di una regione circa la gestione delle liste d’attesa, recuperando i ritardi. Il Governo centrale potrà quindi attivare i poteri sostitutivi, “commissariando” la Regione responsabile fino a quando la situazione non sarà risolta, per poi restituirle la competenza. Prima di intervenire, però, verranno inviati degli alert temporali per dare tempo alle Regioni di adeguarsi.

Questo Dpcm è una tappa fondamentale del piano avviato quasi un anno fa dal Governo, alla vigilia delle elezioni europee.

L’ultimo aggiornamento sulle liste d’attesa in Umbria ha visto il botta e risposta tra la maggioranza e l’opposizione in Regione. La presidente Proietti ha fornito le seguenti cifre: circa 38.800 visite e prestazioni ambulatoriali, 11.600 ricoveri chirurgici e 7mila interventi in chirurgia ambulatoriale. Il totale che si ricava dall’intervento in aula è quindi di circa 57.400 prestazioni. Tra queste, le ambulatoriali non erogate nel 2024 erano 69.544, con un recupero effettuato tra il 78 e il 79 per cento. Per il 2025, sono già state inserite nel piano 45.744 prestazioni, recuperate per il 47,36 per cento. Per la chirurgia in ricovero, su 18.910 prestazioni sospese tra il 2020 e il 2024, ne restano da erogare 11.588. In chirurgia ambulatoriale, delle 10.640 prestazioni da recuperare, ne mancano ancora 6.947. Ma l’ex presidente Tesei le ha contestato: «Alla fine del nostro mandato ne avevamo 44mila in sospeso, oggi chiediamo di sapere quante sono». Secondo la consigliera, le prestazioni sospese in Umbria sono oggi circa 85mila, in netto aumento rispetto alle 77mila di febbraio e alle 44mila di settembre 2024.

Il decreto prevede che l’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria possa intervenire se le Regioni risultano inadempienti. In caso di ritardi o mancanze, l’Organismo segnalerà ufficialmente la criticità, concedendo 30 giorni per le controdeduzioni. Se le risposte saranno insufficienti o assenti, scatterà un secondo termine di 60 o 90 giorni per risolvere i problemi. Se anche dopo questo periodo nulla cambia, l’Organismo potrà prendere direttamente i provvedimenti necessari o indicare alla Regione le azioni da seguire, verificandone l’attuazione. Se non viene nominato il Ruas (Responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria), sarà l’Organismo stesso a procedere, incaricando il Direttore regionale della sanità. Tutte le attività svolte con i poteri sostitutivi saranno documentate in una relazione inviata sia alla Regione che al ministero della Salute, contenente l’elenco degli atti adottati, le verifiche sul campo, il supporto dei Nas e le spese sostenute. Infine, entro il 10 gennaio di ogni anno, l’Organismo dovrà presentare una relazione generale sulle attività svolte.

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