Bilancio del Comune di Genova, Terrile: “Aumentare le tasse? Non è detto, non partiremo da lì”
Genova. “Aumentare le tasse? Non è detto, stiamo facendo tutte le verifiche con gli uffici che hanno tutte le competenze per farlo, però non c’è volontà di partire da questo”. Entrato ufficialmente in carica da poche ore, il vicesindaco e assessore al Bilancio del Comune di Genova, Alessandro Terrile, risponde all’interrogativo che tutti i cittadini si stanno ponendo, a fronte di prospettive poco rosee per le casse del Comune di Genova. Per fare tornare i conti, per non tagliare servizi e effettuare riforme, si prospetta un aumento delle tasse?
In questi giorni il tema è quello del riequilibrio di bilancio, con circa 50 milioni di euro che in prospettiva potrebbero mancare, da qui a fine anno, per chiudere in pareggio. Ma sul lungo termine, la questione della tenuta tra spese e entrate sarà cruciale per la nuova amministrazione di centrosinistra che, in cantiere, oltre alla gestione ordinaria dell’ente, ha molti progetti in cantiere. Tra questi, la riforma delle partecipate.
Terrile, a una prima lettura del bilancio del Comune di Genova, dove pensa di poter intervenire per recuperare risorse?
“Ci sono delle spese incomprimibili – dice Terrile – come i mutui o il personale, quindi la parte disponibile del bilancio Comunale è molto inferiore alla cifra complessiva, fare economia sarà complicato, perché trovare fondi per investimenti è una cosa, trovare fondi per ripianare la parte corrente vuol dire sostanzialmente aumentare le tasse”.
Quindi i genovesi dovranno attendersi un aumento delle tasse?
“E’ una leva che si può utilizzare in modo, diciamo, eccezionale ma non è il nostro punto di partenza. Il punto di partenza è trovare quell’equilibrio tra le molte necessità delle direzioni e rispondere a tutti i bisogni, e il bilancio complessivo. L’obiettivo e andare a tagliare solo quella spesa che non ha conseguenze sui servizi ai cittadini”.
Ci può fare qualche esempio su spese che si possono tagliare?
“Lo dico molto chiaramente, che il Comune di Genova possa spendere più di un milione di euro per ospitare una tappa della regata Ocean Race mi pare sia un tema su cui va va aperta una una riflessione profondissima, anche perché l’edizione precedente che ha ospitato la finale ha avuto una ricaduta sulla città quasi inesistente. Poi è vero è un discorso che può risultare simbolico, politico, ma ci sono altre situazioni su cui possiamo intervenire”.
Tra le fonti di preoccupazione, lo ha detto da subito anche la sindaca, c’è la situazione delle partecipate? Nei giorni scorsi si è riferito indirettamente ad Amt. Ma nello specifico, qual è il problema relativo all’azienda di trasporto pubblico?
“La preoccupazione su Amt deriva dal fatto che esiste una corrispondenza, risalente ai mesi scorsi, tra l’ufficio Partecipate del Comune e l’azienda di tpl su previsioni sui ricavi non considerate realistiche, sul fatto che creditori di Amt hanno scritto al Comune per qualche difficoltà a ricevere i pagamenti, e il fatto che il bilancio consuntivo 2024 non sia stato ancora stato approvato, l’ultima scadenza è fine giugno ma a quanto risulta non è passato neppure in Cda. Sono tutti indici di una difficoltà che va andrà affrontata già a partire dalla prossima settimana”.
La politica tariffaria di Amt con le gratuità per over 70 e gli under 14 sarà mantenuta?
“L’intenzione è di confermarla, ma valuteremo quando avremo chiarezza sulla prospettiva di Amt”.
Esiste un tema anche sui conti di Amiu, la partecipata che si occupa di gestione rifiuti?
“Abbiamo iniziato un un’analisi specifica a partire dagli elementi che il Comune ha a disposizione su ogni società partecipata, e quindi non sono in grado di dare un giudizio sul livello di gravità o di crisi di singole partecipate. Certo è che la situazione complessiva ci preoccupa ed è necessario un confronto molto franco con gli amministratori delle società partecipate. L’impressione è che il ritardo nell’approvazione dei bilanci possa essere la spia di elementi di difficoltà che vanno affrontati”.
L’ex vicesindaco Piciocchi in questi primi giorni all’opposizione si è rivelato molto combattivo nel difendere la gestione del bilancio del Comune in questi otto anni, e vi accusa di “scaricare le colpe…“. Cosa risponde?
“Nessuno vuole o pensa di poter governare la città dando la colpa a chi c’era prima, però è necessaria un’operazione di trasparenza sullo stato dell’arte e quindi, sia per quanto riguarda il bilancio del Comune sia per quanto riguarda il bilancio delle grandi società partecipate. La necessità di reperire 50 milioni per ritrovare il riequilibrio non vuol dire che il Comune non ha soldi in cassa, nessuno l’ha mai detto e e per fortuna non è così, ma non si può confondere la liquidità con la competenza, cioè il Comune ha i denari per andare avanti ma per arrivare alla fine dell’anno ha necessità entro il luglio di riequilibrare questa previsione”.
La sindaca Salis ha messo tra le prime azioni da portare a termine la riforma dei municipi. Ma ci sono i soldi per farlo?
“La riforma dei municipi non può essere una riforma a costo zero, tanto per essere chiari, nel senso che non è solo una questione di competenze, è una questione anche di risorse. È vero che gli investimenti in conto capitale saranno stornati dal conto complessivo e portate ai municipi, ma poi serve anche un finanziamento di parte corrente e su questo noi, e sarà in particolare l’assessore Patrone a occuparsene coinvolgendo gli stessi municipi, i comitati e i territori, vogliamo arrivare a concludere tutto fra un anno”.
Terrile, tra le 16 deleghe a lei attribuite in quanto assessore c’è anche quella tra porto e città. E in questi giorni il porto è scosso dalle incertezze in tema di concessioni e dagli avvicendamenti ai vertici. Qual è la sua impressione?
“Allora, io credo che la la prima urgenza sia quella di riportare il governo dell’autorità portuale alla normalità. Sono quasi due anni che l’autorità portuale non ha un presidente e che procede a suon commissari. Ripristinare un comitato portuale e un presidente con un mandato di quattro anni è la prima urgenza per assicurare stabilità alle decisioni, per far venire meno i conflitti. Non mi ha mai convinto il fatto che non si riuscisse a trovare il presidente perché il porto litigava. E’ esattamente il contrario: nel porto si litiga perché non c’è una guida chiara”.
Quali sono le aspettative con la nomina del nuovo commissario Paroli?
“Trovo incomprensibile anche il fatto che sia stato necessario nominare Paroli commissario invece che nominarlo presidente. E’ stato individuato dal governo, c’è l’intesa con la Regione. Ora, che il porto di Genova sia ostaggio delle liti all’interno della maggioranza parlamentare è davvero incredibile. Ad ogni modo, si faccia subito l’insediamento di Paroli e del comitato di gestione che potrà esaminare le istanze, quella di Spinelli e molte altre che attendono di essere esaminate”.