ecco le cinque date del tour
Manu Chao annuncia il ritorno live in Italia con cinque nuovi concerti, prodotti da VignaPR e AND Production, in programma questa estate: il primo è fissato per sabato 26 luglio al Parco Mediceo di Pratolino a Firenze per Musart Festival, il 29 luglio a Villa Erba a Cernobbio per il Lake Sound Park, l’1 agosto al Parco Fluviale di Santa Sofia (FC) per acieloaperto festival, il 4 agosto in Piazza del Luogo Pio a Livorno e il 10 agosto all’Anfiteatro Ivan Graziani di Alghero. I biglietti per i nuovi appuntamenti saranno in vendita a partire dalle ore 12 di venerdì 13 giugno online su Ticketone.it, Ticketsms.it, Eilo.it e Ticketmaster.it. Tutte le informazioni su queste nuove date sono disponibili sul sito www.vignapr.it
Jose Manuel Arturo Chao Ortega, in arte Manu Chao, è da sempre considerato uno degli artisti più liberi, non conformi alle regole del mercato, autentico punto di riferimento del panorama musicale internazionale.
Con i Mano Negra prima e da solista poi ha scritto pietre miliari della musica rock, folk e alternative, come “Clandestino” (1998), e ha ispirato milioni di musicisti in tutto il globo, recentemente anche il giovane e talentuoso Alfa, con cui ha realizzato il singolo “A me mi piace”, che è già diventata la hit dell’estate in Italia ed è entrata nelle classifiche dei singoli più ascoltati in Francia, Spagna, Belgio, Svizzera e Austria.
Con il bestseller “Clandestino” (1998) da oltre quattro milioni di copie vendute – con hit come la title track, “Desaparecido” e “Je ne t’aime plus” – Manu Chao ha conquistato il pubblico di tutto il mondo, assurgendo a simbolo della battaglia antagonista e, all’epoca, no global. Ma in realtà, dietro la retorica e le facili etichette, il personaggio si rivela più complesso e sfaccettato, costantemente bilico tra le tentazioni propagandistiche e una sensibilità intimista, che scava nella realtà quotidiana con animo dolente e disincantato.
Nato a Parigi il 21 giungo del 1961, da un padre originario della Galizia e da una madre di Bilbao, l’incontenibile Oscar Tramor, alias Manu Chao, ha guidato la band fra il 1987 e il 1994, in simmetria con i rivali Negresses Vertes. Si chiamavano Mano Negra per una sorta di rivalutazione in senso romantico della prima mafia sudamericana. Quella formazione si è sciolta “per esaurimento delle motivazioni originarie” – e, con lei, anche quella concezione musicale battezzata “patchanka”, ardimentoso mélange di suoni da ogni parte del mondo. Ma Chao non è rimasto fermo, e ha stupito tutti con la sua prima prova da solista.
Se i Mano Negra (supporter preferiti di Iggy Pop) puntavano su un rock sovversivo, “encabronado”, come lo definisce Manu Chao, nell’album d’esordio del loro leader, “Clandestino” (1998), prevalgono i ritmi messicani, brasiliani o afrocubani. Sono sedici canzoni (dodici in spagnolo, una in inglese, una in portoghese e due in francese), che raccontano tutti i suoi vagabondaggi in musica. Le atmosfere si ammorbidiscono, come nella malinconica “Desaparecido”, o nella struggente “Je ne t’aime plus”. Tutto è molto fresco, immediato. Il tema del viaggio ricorre spesso, con particolare attenzione alle frontiere, come Gibilterra, tra Spagna e Maghreb, e Tijuana, il sogno americano di chi fugge dal Messico.
Il resto della sua carriera è proseguito tra alti e bassi, ma sempre nel segno di una forte indipendenza compositiva, unita a un messaggio di pace e fratellanza universale.
Nel corso degli anni è stato protagonista in Italia di concerti in grado di richiamare migliaia di persone che con lui condividono la musica e gli ideali. Il suo rapporto con il nostro paese è veramente speciale e quest’anno Manu Chao ha deciso di tornarci per dei nuovi appuntamenti che si trasformeranno in vere e proprie feste per tutti, cantando i grandi inni della sua carriera: da “Mala Vida” a “Clandestino”, passando per “Próxima Estación: Esperanza” fino all’ultimo album “Viva Tu”.