Friuli Venezia Giulia

Addio a medicazioni e iniezioni negli ambulatori di quartiere: arrivano i “punti salute”


Rivoluzione nell’assistenza sanitaria di base a Udine. Il Comune ha annunciato la riorganizzazione degli ambulatori di quartiere, che da oggi diventano “punti salute”. La novità principale riguarda la cessazione delle prestazioni infermieristiche, come medicazioni e iniezioni, considerate di competenza del servizio sanitario regionale. “La nuova impostazione punta a ridurre progressivamente le prestazioni infermieristiche, che rientrano nelle competenze del servizio sanitario regionale al quale il Comune non può e non deve sostituirsi, creando problematici doppioni”, ha spiegato l’assessore alla Salute ed Equità Sociale, Stefano Gasparin.

“Punti salute”

Gli ambulatori di quartiere, attivati nel 2022 grazie al finanziamento del 5×1000 e gestiti in collaborazione con la Croce Rossa Italiana – Comitato di Udine, hanno svolto un ruolo chiave nel fornire assistenza e orientamento sanitario ai cittadini. Tuttavia, l’analisi dei dati raccolti in questi anni ha evidenziato la necessità di un’evoluzione del modello organizzativo per rispondere in maniera più mirata ed efficace alle esigenze della popolazione, con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili.

Per garantire continuità e innovazione nel servizio, verranno attivati due nuovi “punti salute”, grazie alla collaborazione con associazioni del Terzo Settore e medici in pensione, che offriranno attività di supporto socio-sanitario, consulenza e orientamento ai servizi esistenti. I due nuovi ambulatori saranno collocati in due diverse zone della città, al di fuori del centro storico, per garantire un servizio più capillare e accessibile ai residenti delle aree periferiche.

Il passato: obiettivi mancati degli ambulatori di quartiere

Il progetto, per come è stato realizzato fino al 2024, si è rivelato indubbiamente utile ma ha riguardato solo in parte un servizio di ascolto, informazione, prevenzione e promozione della salute, che era l’obiettivo iniziale. Gli ambulatori erano stati concepiti infatti con l’obiettivo di fornire informazioni chiare e accessibili alla comunità, accompagnando i cittadini in un percorso di maggiore consapevolezza sui servizi socio-assistenziali disponibili e sull’educazione alla salute. Hanno inoltre rappresentato un punto di riferimento e accoglienza per le fasce più deboli, grazie anche alla collaborazione con le associazioni di volontariato che hanno promosso iniziative di sensibilizzazione come sportelli Alzheimer e test ecodoppler.

Criticità e costi delle prestazioni infermieristiche

Tuttavia, le prestazioni infermieristiche fornite, seppur utili, hanno parzialmente deviato dagli obiettivi iniziali, incidendo sulla sostenibilità economica del servizio. “Queste prestazioni non rientrano tra quelle erogabili dall’ente locale e sono invece competenza del Servizio Sanitario Regionale. L’analisi dei costi ha evidenziato che nel 2024 sono state impiegate 1294 ore di infermieri professionali, con un costo medio piuttosto elevato. Questi elementi hanno reso necessaria una revisione del modello, per garantire un utilizzo più efficiente delle risorse disponibili e soprattutto un chiarimento in termini di competenze”, ha chiarito Gasparin. Inoltre, è stato evidenziato che il servizio non può essere gestito in collaborazione con l’azienda sanitaria, “in quanto vengono erogate prestazioni sanitarie come medicazioni e iniezioni che sono già fornite dal distretto sanitario e dai medici di medicina generale”. Non essendoci nessun canale di comunicazione attivo tra AsuFC e Cri, gli utenti che si rivolgono agli ambulatori di quartiere non vengono poi registrati e monitorati dal distretto.

Un futuro di prevenzione e benessere diffuso

Durante la Commissione sono stati illustrati i dati relativi ai primi due anni di sperimentazione e le prospettive future, con l’obiettivo di rendere i futuri “punti salute” una risorsa sempre più efficace e integrata nel tessuto sociale della città. Il nuovo assetto degli ambulatori punta a un servizio che, oltre a garantire un accesso più agevole alle cure, favorisca anche una cultura della prevenzione e del benessere diffuso, contribuendo a migliorare la qualità della vita dei cittadini di Udine.


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