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Napoliclick - Da Maradona a Osimhen: i campioni del grande Napoli in ...

di CLEMENTINA LEONE
La parola amore può essere riferita a talmente tante cose e situazioni che è impossibile definirne un significato generale e spiegarla solo osservandone i vari aspetti che la caratterizzano nelle situazioni specifiche a cui si può associare. Difatti, esiste un amore che spesso nasce durante l’infanzia e ti segue per tutta la vita ed è quello per il calcio.

La passione per questo sport, è molto sentita in tutte le città, soprattutto in una dove: “La squadra di calcio è il suo stato d’animo … Eh si stiamo parlando proprio della spettacolare città di Napoli”. Il tempio, la chiesa, di tutti i suoi ferventi è lo stadio “Maradona”, ubicato nel quartiere Fuorigrotta (l’origine del nome è dovuto al fatto che, da più punti della città, si arrivasse al quartiere attraverso una o più grotte): l’impianto ospita le partite della prima squadra della città dal 1959, ed ha avuto lavori di ammodernamento per i mondiali del 1990; lo stadio, ha accolto squadre di terza serie, fino ai campioni della Champions League, ma è stato anche il palcoscenico del calciatore più forte del mondo: Diego Armando Maradona. La sua era, resterà nella storia come il 6 settembre del 2004, quando dalle ceneri della Società Sportiva Calcio Napoli, nacque la Napoli Soccer grazie al grande presidente Aurelio De Laurentiis. Da allora, il club ha iniziato una nuova vita, arrivando negli anni a tagliare importanti traguardi come lo scudetto e posizionandosi stabilmente tra le migliori squadre d’Italia, guadagnando finanche la 21esima posizione nel ranking Uefa. “Non c’erano neanche più i palloni e le magliette, ho dovuto rifondare tutto”, ricorda spesso il patron azzurro. Si ripartì da zero, con la squadra che dopo il fallimento iniziò dalla Serie C grazie al “LodoPetrucci”. Per chi lo conosce da vicino, sa che non esiste persona più difficile, complessa, ma nello stesso tempo capace, cruda e sincera di Aurelio De Laurentiis. La sua presidenza è già storia. Gli bastarono meno di due settimane per mettere fine all’agonia del calcio napoletano destinato in quei giorni ad una morte lenta ma sicura. Versò 30 milioni di euro in tribunale, fondò il Napoli Soccer, presentò alla città l’ambizioso e visionario progetto tra l’incredulità generale e lo affidò alle sapienti mani di Pierpaolo Marino. Iscrisse la squadra al Campionato di Serie C1, completò la rosa nel giro di qualche giorno e chiamò in panchina Giampiero Ventura che dopo pochi mesi fu sostituito da Edy Reja. Primo Campionato, finale ai Play Off (persa) con l’Avellino, promozione rimandata. Conquistata al secondo tentativo, con una rosa di categoria superiore, costruita con calciatori che poco o nulla avevano a che fare con la terza serie. Una storia quella del Napoli del corso degli anni semplicemente affascinante, dove la forza di volontà e la voglia di rinascere, sono sempre state due elementi fondamentali come racconta Giuseppe Bruscolitti nel suo libro: Ti racconto i campioni del Napoli che, presenterà a Mercato San Severino (Salerno) il 13 Marzo 2025 alle ore 18:30 presso il Comune, Aula Consiliare “C. Manzi”. All’evento parteciperanno: Giuseppe Bruscolotti, Andrea Manzi, il Sindaco Antonio Somma, Antonio Del Pozzo, Luciano Caruso ed Enzo Farace. Nella vita ho sempre giocato a pallone ha dichiarato il mitico Bruscolotti. Il destino e l’impegno mi hanno permesso di trasformare quella che è stata una passione irrefrenabile in un lavoro. E di diventare un calciatore della mia squadra del cuore. Ho imparato da grandi allenatori, difeso l’area da attaccanti eccezionali e condiviso lo spogliatoio con compagni unici e indimenticabili, fratelli come Diego Armando Maradona. Aveva in testa di fare la storia del calcio italiano. E l’ha fatta. Essere stato uno dei protagonisti di quella storia, ancora oggi, mi provoca la pelle d’oca. In queste pagine racconto aneddoti, ricordi, imprese, persone… Racconto cosa significa essere un giocatore del Napoli, la responsabilità che comporta questo ruolo e che aumenta a dismisura quando si è nati e cresciuti in questa città, o in Campania. Il popolo di Napoli ti ripaga di tutto il lavoro, te lo riconosce non solo quando sei in campo, ma anche fuori. E pure a distanza di anni. Ancora oggi


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